lunedì 30 giugno 2008

I.D.C.

Ed è cominciata forse l'avventura più grande della mia vita, una delle pochissime cose che faccio per me da quando sono nato.
Ho deciso di migliorare me stesso e per questo mi sono affidato a dei professionisti, che mi aiuteranno ad uscire dal gorgo nel quale sembro essere precipitato.

Andrà bene. :)

martedì 24 giugno 2008

Poesia - Angelo

Angelo
Perché mi hai mentito?
Perché
mi hai fatto vivere
in un mondo di bugie?
Sentivo le tue ali su di me
E non pensavo facessero male
Sentivo i tuoi occhi su di me
E non pensavo facessero male


E ora stai cadendo
E mi porti con te

E stai preparando
Una nuova mela
Per me

E stai per bussare
Alla mia porta
Ed io ti aprirò
Credendoti un’altra volta
Lasciando nel mio cuore
Un posto per te
Per i tuoi occhi
Per le tue ali
Per le mie bugie

sabato 21 giugno 2008

Canzone del giorno - A Day At the Fair - Everything I've Ever Wanted

A Day At the Fair
Everything I've Ever Wanted

Well I've seen that giving up,
It has given back to me,
And what's left is strong and true,
And I built it next to you,
I've waited, I've failed, and I've wanted,
Now I've got it,

And I hold my hand to touch the skyline,

I awake from sleeping,
This wide-eyed dreaming,
Was always there for me,
Now I wait these reasons,
With changing seasons,
You were there for me,

And I'm making up my time (And
I'm making up my time)
Through time zones and city lines,
And these days are long but new,
And I share them next to you,
The postcards and mail that needs sending,
I'm forgetting to send them at all,

When I die they will follow you home,

I awake from sleeping,
This wide-eyed dreaming,
Was always enough for me,
Now I break these reasons,
Through changing seasons,
You were there for me,

Now I'm given the chance that I want,
I will do it and I'll do it well,
And for those who have stood by my side,
You are the story I tell,

This is everything I want,
This is everything I need,
This is everything I want,
This is everything I need,

Well I awake from sleeping,
This wide-eyed dreaming,
You were there for me,
Now I break this reason,
Through changing seasons,
You were there for me,
You were always there for me

martedì 17 giugno 2008

Weekend a Roma... per lavoro

Allora, si parte!
Ebbene sì, la mia prima missione in Sede Centrale per un corso che nemmeno mi spetterebbe e di cui capirò probabilmente ZERO ma la mia prima missione! Tutto OVVIAMENTE pagato dall'Agenzia che mi rimborsa tutto, anzi prenota al posto mio treno e albergo.

Parto il pomeriggio della domenica alle 14:24 in un bell'Eurostar 1^ classe ma già i primi intoppi (che poi per fortuna saranno anche gli ultimi): prendo posto in mezzo ad una famiglia francese con bambino autistico che non sta fermo un millisecondo e tocca tutto e bacia tutto e lecca tutto e si muove tutto...
Il viaggio scorre sereno fino alla rpoima inspiegabile fermata: si è rotta l'asse di comando del vagone dietro al nostro e ci becchiamo ben 50 minuti di ritardo... Arrivati a Roma prendo il pullman e mi dirigo all'albergo in pieno Largo Argentina. Hotel bellissimo, 3 stelle da favola, comandi manuali sui muri, porte a specchio, bagni faraonici...

Scendo prendendo la bottiglia di Sangue di Giuda che ho portato con me e mi dirigo a casa delle mie gentili ospiti. Riesco a raggiungere (non senza qualche difficoltà) Porta Furba e dopo qualche minuto di attesa ecco arrivare la mia compagnia della serata: le ragazze del PRA con qualche ospite di troppo (Persy, scherzo! :P).
Arriviamo a casa delle ragazze e tra un ottimo pesto alla trapanese, il nero d'avola, la macedonia di frutta, la compagnia femminile, il sangue di giuda e la macedonia si fa subito ahimè mezzanotte. Devo tornare in albergo, domani ho il Corso in Direzione Regionale.


Alcune ragazze mi accompagnano all'albergo e riusciamo nell'impresa di perderci per Roma, arrivando dalla parte opposta della città. Finalmente le ragazze trovano un paio di strade che conoscono, mi riportano in albergo (e riconosco addirittura un paio di strade di Roma, ah la memoria eidetica...) e mi addormento non senza fatica.

La sveglia suona TROPPO presto e mi ritrovo alzato e semi-rincoglionito con la mia chimica Elena a fare colazione insieme ad altri colleghi di lavoro: la nostra missione per la mattinata sarà raggiungere la sede, che si trova dall'altra parte di Roma (ovviamente...).
Arriviamo OVVIAMENTE in ritardo ma nessuno lo nota, dato che lo siamo tutti in pratica. Comincia il corso e subito voglio che finisca, una palla clamorosa inframezzata dal pranzo e dalla possibilità di poter abbracciare e conoscere Luca,

collega che lavora a Livorno, il tutto in attesa di poter prendere il treno di ritorno per Bologna, un Eurostar Business diretto che mi porta a casa in poco più di due ore.

Che dire? Bella esperienza, nulla da dire: bella gente, anzi bellissima (una su tutte? ingiusto... ma un saluto alla mia Sboldra lo devo fare! :D) e bello sbattimento, come al solito.


E si riparte con un'altra settimana di lavoro.

Un momento di poesia per Wakima

http://www.flickr.com/photos/wakimita/2583286457/

Così
persa tra nuvole e grano
tra sogno e illusione
si consegna la tua immagine
libera.

Poter essere un tuo pensiero
volare libero tra le spighe
sussurrare alle coccinelle
le mie verità.

Ecco cosa vorrei.

domenica 15 giugno 2008

Il matrimonio di Beppe

Ed arriva anche il momento, nella vita, del matrimonio di un amico caro.
Beppe, da noi conosciuto come Crashbit (vecchio nome su Internet con cui abbiamo iniziato insieme a scrivere, chattare, conoscerci, apprezzarci, fino a diventare amici), è convolato a giuste nozze con Svetlana, dopo un paio di anni di fidanzamento.
Ed è sempre strano vedere il tuo caro amico, che fino a ieri era lì bello in tuta e scarpe da ginnastica con te sul divano del salotto di casa mentre si guarda la partita dell'Inter con davanti una birra e una pizza, trasformato improvvisamente in un Principe Azzurro con un completo nero di Pignatelli bellissimo, quasi come se fosse diventato per quel frangente qualcos'altro.

E nella testa ho un affollamento di immagini di ieri che non andranno via, come le scene davanti alla chiesa della serie di sorelle della sposa russa (una più carina di un'altra), come la promessa di matrimonio in italiano ed in russo con la sposa che piange e non riesce a parlare, come il lancio del riso ed il seguente abbraccio guardandoci negli occhi, rimanendo per qualche secondo abbracciati, senza dire niente, come le scene al ristorante con il mio megafono assoluto protagonista della giornata, come la composè con piselli di mare e i pomodori maturi come contorno del branzino (grazie Zia Laura! :D), come l'apertura dei pacchi per gli sposi, come vedere Beppe, negatissimo al ballo, lanciarsi in un twist scatenato, come imitare i Blues Brothers insieme a Zio Angelo, come i brindisi al tavolo e le prime 3 bottiglie di pinot grigio finite in 10 minuti, come gli "Evviva gli sposi!" che non riesco a ricordare quanti ne abbiamo detti, come...come...

Come questa bellissima sensazione di avere partecipato al matrimonio di un Fratello, grazie a lui e a tutta la famiglia che mi hanno sempre accolto come uno di loro, per tutto questo tempo e per tutti questi anni.

E per questo non esiste altro ringraziamento che quello che posso dare con il mio affetto.

Ti voglio bene Beppe.
Auguri a te e Svetlana e che solo il meglio vi sia dato di questa vita.


Ora devo partire, Roma mi aspetta, insieme alle ragazze del +PRA.

sabato 14 giugno 2008

Il mio Brand

Storie - Alessandro

"Volevi che ti raccontassi una storia, e te la racconterò.

Mi perdonerai se ti sembro scortese e/o breve, ma il tempo ha cancellato qualche ricordo e la memoria ne ha confuso qualcun altro.

Allora… ero giovane ai tempi, e il mio quartiere è sempre stato un posto difficile dove crescere, soprattutto se sei il nuovo ragazzino da prendere in giro.

Gli anni proseguivano abbastanza monotoni e tristi, scanditi da un atto di bullismo (così lo si chiamerebbe oggi) o da un pallone che rotola in un campo ma a cui dare calci non ci sei tu, finchè non conobbi Lui.

Alessandro.

Era un amico di mia sorella, a dire il vero, ma mia madre era preoccupata per me e decise di "affidare" a mia sorella me per un poco di tempo, in modo da farmi respirare un'atmosfera diversa, più adulta e protetta, dove per tutti ero solo "il fratello di Rosa" e non "eccoloarrivareoralosfottiamo".

Entrai in quella comitiva di adulti ovviamente male, io con le mie idee da bimbo a confrontarmi con persone di alcuni anni più grandi di me che si affacciavano alla vita (quella seria, fatta di lavoro, casa, come sbarcare il lunario, ragazze, auto proprie…) e feci dei danni una sera con una discussione.

Mia sorella era esausta e decise di dire a mia madre che non poteva farmi uscire con loro in quanto ero troppo piccolo ma Alessandro decise che non era così.

E così mi prese lui sotto la sua ala.

E mi fece giocare a tennis, mi fece ascoltare la prima musica "anormale", mi fece leggere i primi libri, mi fece fumare la prima sigaretta…

Mi fece crescere.

Ed intanto crescevo anche io in quella vasca di squali, mutando da tonno a pesce pagliaccio per difendermi.

Ma il destino aveva in serbo un'amara sorpresa per me.

Nel cambiamento persi un po' di vista Alessandro, non ci vedevamo spesso ma farlo era sempre un piacere, ma notavo che qualcosa in lui cambiava.

Le sue compagnie non erano splendide ma col tempo peggiorarono, spinte anche dall'ambiente esterno, mentre io mi salvavo con altri amici che erano "figli di famiglie perbene", quegli amici che poi si sono dimostrati indegni appena ho traslocato a Bologna.

Purtroppo la droga cominciò ad entrare nel nostro mondo e soprattutto dentro quello di Alessandro, che ostinatamente cercava qualcosa di diverso da questa vita e che forse si era dato una risposta sbagliata, lui così bravo a indicare a me la retta via quando ero un bambino.

Sapevo dei suoi problemi ma non seppi fare nulla, non sapevo davvero come aiutarlo.

L'ultima sera che lo vidi era verde in volto, il suo colorito era allucinante, lo sguardo fisso nel vuoto che dondolava su di una altalena con gli "amici" che lo portavano via di lì cercando di nasconderlo allo sguardo di chi lo conosceva da tempo e non l'aveva mai visto così.

Il giorno dopo ero fuori dal balcone a guardare il panorama, e improvvisamente sento un rumore. Alessandro gli ultimi tempi era solito sedersi su di una scala fuori al balcone e guardare il nulla davanti a sé per ore addirittura.

Quel giorno la scala cedette e lui cadde nel vuoto dal nono piano.

E mi passò davanti.

Non ho visto la sua faccia, non ho visto i suoi vestiti, ma una cosa non potrò mai cancellare dalla mia mente: il suono.

Il suono della discesa veloce del corpo, il suono del corpo che si infrangeva sul marciapiede, il suono delle urla della madre, il suono dell'ambulanza, il suono del pianto dei bambini che non avevano mai visto un cadavere.

Come dirti cosa vidi, come spiegarti che le ossa rotte avevano sfondato i jeans e quasi sembrava volessero uscire dal suo corpo per liberarsi anche loro da quella che ormai era una prigione di carne?

In casa la notizia ci sconvolse.

Mio padre, una persona sempre molto chiusa quando si tratta di dolore, ricordava che da qualche giorno era anche morto nostro Zio Francesco e disse una frase rimasta nella mia mente: "Non vi preoccupate, era un bravo ragazzo. Zio Ciccio ci penserà dall'alto a dargli una mano quando sarà lassù."

MA qualcosa rimane come monito: la macchia di sangue che non si cancella da anni.

I bambini per i primi giorni continuavano a deporre i fiori di campo su quella traccia di Alessandro finchè la madre chiese per carità di non farlo più.

E' questa la mia nera commemorazione.

Ed adesso spegni la luce, che sono stanco e voglio stare solo."

Poesia - Goliardia

Prima non sapevo nulla
di questo gioco
e vagavo per il mondo
come un fanciullo

E d'improvviso un manto
un cappello strano
una macchia di colore
nel grigio di una città

Ed è tutto diverso ora
ed è tutto un sogno
Sono cambiati i miei pensieri
come mutano le stagioni

Un sogno da ventenni
o da pazzi per alcuni
è ormai la vita per molti
Una vita fatta di canti
di risa, di abbracci
ma anche di dolore
di urla e di opere nere

Ma se la goliardia è parodia della vita
deve esserlo anche in questo:
non si apprezza un sorriso
se non dopo uno schiaffo.

E allora alzo il mio calice
e brindo al mio essere goliarda
alla maschera da guascone
che indosso per poche ore
ma che ha il magico dono
di farmi sentire libero

Il secondo brindisi è per i Fratelli
per quelli che sono stati
per quelli che ci sono ora
e per quelli che ci saranno
e porteranno col nostro orgoglio
ovunque il mondo li porterà
quello che siamo

Il terzo è per te, Madre.
Sia tu onorata dove è giusto
urlata anche in punto di morte
capita e compresa oppure disprezzata
ma che tu rimanga vita, immutata,
perenne nelle mie parole,
nella mia memoria, nei miei gesti.

Questo è il mio desiderio:
che questo sentimento che ho nel cuore
non cambi col tempo,
quando i capelli bianchi
mi potrebbero far sembrare ridicolo,
ma che si rafforzi
dando esempio e testimonianza
di una nuova vita
nella vita.

Non so dirvi se goliardi si nasce,
ma so che goliardi si muore.

Mi sono fatto in quattro...



Primo messaggio

Ma veramente non ho tempo per fare nulla, compreso vivere.
E sono decisamente annoiato da ciò.

Devo sterzare, posarmi su una piazzola, mettere le 4 frecce, fermarmi, scendere dall'auto, respirare a pieni polmoni l'aria sporca che c'è e guardare per un poco il panorama appoggiato ad un guardrail un poco piegato.

Quando mi ripiglio, risalgo in auto e mi metto nella corsia di destra, cosù sono sicuro che la velocità non mi farà perdere di vista le cose che ho attorno.

"E chissà quanto fa
quella macchina che va
così forte...
Ci siamo noi, dentro sai?
E la nostra sorte...

Vivere, correre,
arrivare al limite
col fiato corto...
Frenare mai neanche se
va tutto storto...

Si va
di gran velocità
consumando momenti
con i fari spenti

Sarà, (questa gran velocità)
Che sbandare ci fa
(questa gran velocità)
Strade piene di curve
prese in contromano

Dormi qui
Fermati
E la testa appoggiami..
Qui sul cuore
Sai cosa c'è
Dentro che
Che fa rumore

Sarà (questa gran velocità)
Che lo accelererà
(questa gran velocità)
Neanche per un secondo
si può fermare il mondo
Sarà l'illusione che da
(questo gran velocità)
D'arrivare lontano
Chissà poi dove andiamo...

Dormi qui, fermati..

Sarà che ormai tutto passa e va
Di gran velocità..."