sabato 14 giugno 2008

Poesia - Goliardia

Prima non sapevo nulla
di questo gioco
e vagavo per il mondo
come un fanciullo

E d'improvviso un manto
un cappello strano
una macchia di colore
nel grigio di una città

Ed è tutto diverso ora
ed è tutto un sogno
Sono cambiati i miei pensieri
come mutano le stagioni

Un sogno da ventenni
o da pazzi per alcuni
è ormai la vita per molti
Una vita fatta di canti
di risa, di abbracci
ma anche di dolore
di urla e di opere nere

Ma se la goliardia è parodia della vita
deve esserlo anche in questo:
non si apprezza un sorriso
se non dopo uno schiaffo.

E allora alzo il mio calice
e brindo al mio essere goliarda
alla maschera da guascone
che indosso per poche ore
ma che ha il magico dono
di farmi sentire libero

Il secondo brindisi è per i Fratelli
per quelli che sono stati
per quelli che ci sono ora
e per quelli che ci saranno
e porteranno col nostro orgoglio
ovunque il mondo li porterà
quello che siamo

Il terzo è per te, Madre.
Sia tu onorata dove è giusto
urlata anche in punto di morte
capita e compresa oppure disprezzata
ma che tu rimanga vita, immutata,
perenne nelle mie parole,
nella mia memoria, nei miei gesti.

Questo è il mio desiderio:
che questo sentimento che ho nel cuore
non cambi col tempo,
quando i capelli bianchi
mi potrebbero far sembrare ridicolo,
ma che si rafforzi
dando esempio e testimonianza
di una nuova vita
nella vita.

Non so dirvi se goliardi si nasce,
ma so che goliardi si muore.

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