lunedì 29 settembre 2008

Ci cambiano Heidi

Un tv movie di animazione per raccontare la storia della piccola orfanella a cui "sorridono i monti": è Heidi, in onda in prima visione tv il 17 giugno alle 21:10 su Italia1. Tradotto in 50 lingue, venduto in più di 100 milioni di copie nel mondo, il romanzo scritto da Johanna Spyri nel 1880 sulla storia della bimba svizzera è ancora oggi uno dei più celebri, inesauribile fonte anche per la tv.


Ora, la nostra vecchia Heidi era questa:






La NUOVA Heidi è questa:








La domanda mia è : PERCHEEEE'?

domenica 28 settembre 2008

Earth Overshoot Day

Oggi, 23 settembre 2008, è l' Earth Overshoot Day. Il giorno in cui l'umanità ha utilizzato tutte le risorse che la natura riesce a generare in un anno secondo il Global Footprint Network fondato da Mathis Wackernagel. Questo significa che ci occorre circa 1,4 volte la Terra per soddisfare le nostre necessità. Ci stiamo mangiando il pianeta. Il blog ha intervistato Wackernagel, l'inventore del concetto di impronta ecologica, un indice statistico che mette in relazione il consumo di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle.

"I monaci italiani introdussero il concetto di contabilità per i soldi. L'impronta ecologica è qualcosa di simile applicato alle risorse: se pensiamo come contadini, invece che ai soldi pensiamo a quanto territorio abbiamo disponibile per i pascoli, le coltivazioni eccetera. Questo è ciò che abbiamo a disposizione e quello che usiamo per il cibo, l'energia, eccetera.
Se guardiamo quante risorse consumiamo dal primo gennaio al 23 settembre, l'Overshoot Day, e facciamo un confronto con la produzione annua totale vediamo che dal primo gennaio al 23 settembre abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un intero anno.
Quando sono nato, nel 1962, l'umanità usava la metà delle risorse rigenerabili in un anno.Finora siamo riusciti, con la tecnologia, a spremere il pianeta. Alcune aree del mondo hanno sperimentato il collasso perché sono troppo povere per importare risorse extra rispetto a quelle che riescono a produrre in loco.
La Svizzera, ad esempio, che è abbastanza ricca consuma tre volte le risorse che il suo ecosistema riesce a rigenerare. Finché avrà sufficienti risorse finanziarie, potrà comprare le risorse naturali. Le ultime stime per l'Italia sono per il 2003: 4,2 ettari di spazio ecologico produttivo rispetto a 1,8 disponibili nel mondo; un po' meno di tre volte quello che è disponibile nel mondo. La biocapacità dell'Italia è di un ettaro per persona, un po' di più della metà della media mondiale. Ci vogliono quindi 4 Italie per supportare il consumo degli italiani. Altri casi sono Haiti o il Darfur, che sono molto più limitati nella disponibilità di risorse in loco e finite queste non sono in grado di importare risorse extra da fuori e si trovano a fare i conti con gravi carenze di materie prime.
Ci sono bellissimi esempi storici, belli anche perché lontani nel tempo. Quando l'impero romano era al suo apice, a Roma abitavano un milione di persone. Quando l'impero collassò, la città non riuscì più a trasportare le risorse dai posti più lontani. La città in pochissimo tempo scese a 50.000 abitanti appunto perché poteva contare sulle risorse locali non riuscendo a trasportarne da fuori. Questo è il miglior esempio storico.
Ci sono tre aree su cui ci dobbiamo concentrare: la prima è che, come per l'economia, dobbiamo essere coscienti di quanto spendiamo e quanto utilizziamo.Una buona contabilità non salva dalla bancarotta, ma aiuta a capire quanto ci siamo vicini.
La seconda: se si guarda alle infrastrutture costruite oggi o nel passato... le infrastrutture rimangono per decenni. Pensate a come sono costruite le vostre città: questo determina come vivete in queste città, determina per decenni quanto le case consumano.
La terza, è orientare l'innovazione nella giusta direzione. L'innovazione è il miglior strumento per risolvere i problemi, ma se non è concentrata sui problemi giusti questi non verranno risolti. Se abbiamo chiare le questioni da risolvere possiamo raggiungere gli obiettivi dell'innovazione più facilmente e iniziare a investire in questi obiettivi.
Posso dirvi quale energia useremo, è abbastanza ovvio: oggi usiamo circa 15 terawatt di energia per alimentare l'economia mondiale. Il Sole fornisce 175.000 terawatt al nostro pianeta. Quindi di sicuro questa sarà la fonte utilizzata maggiormente, come abbiamo fatto nel passato, nei primi 500.000 anni della storia dell'uomo.
Io spero che inizieremo a capire che i rifiuti non sono la fine del ciclo, ma l'inizio.I nostri rifiuti possono diventare una significativa risorsa per la nostra economia: la cosa peggiore che possiamo fare con i rifiuti è mescolare rifiuti diversi, è uno spreco.Separandoli hanno molto più valore: dalla carta si ricava carta, dal metallo il metallo, eccetera.L'organico può diventare concime tramite il compostaggio senza contaminare il resto dei rifiuti.Alcune parti possono avere un valore energetico che si può ricavare dalla combustione.I rifiuti dunque possono essere una grande opportunità e una risorsa per l'economia e non il problema che sono oggi."

Paul Newman è morto.

Paul Newman è morto. Aveva 83 anni e da tempo era malato di cancro. La notizia è stata confermata da una portavoce della famiglia. La morte è avvenuta ieri. Il grande attore viveva a New Haven, nel Connecticut.

ANNUNCIO FONDAZIONE ATTORE - Sul sito della 'Newman's Own Foundation' è apparso un comunicato con l'annuncio della morte del grande attore.
"Il nostro amico Paul Newman è venuto a mancare - afferma l'annuncio della fondazione - abbiamo avuto la fortuna di conoscere molto vene questa persona straordinaria". La foto di Paul Newman è stata aggiornata con la data della morte dell'attore. "Paul Newman era un grande attore. La sua grande passione erano le corse di auto. Il suo amore erano la famiglia e gli amici - ha dichiarato Robert Forrester, vice-presidente della Fondazione - Il suo cuore e la sua anima erano dedicati alla causa di fare del mondo un posto migliore". Quando la notizia della morte di Newman aveva cominciato a circolare oggi sui blog, la versione Usa di Wikipedia era stata la più rapida a corredare la sua biografia online con la data della morte.

PRESIDENTE FONDAZIONE ANNUNCIA MORTE PAUL NEWMAN - "Stamani alle 7,30 ho ricevuto una mail dall'America che mi ha fatto sapere che Paul Newman non è più tra noi". Con queste parole Vincenzo Manes, presidente della fondazione Dynamo Camp di Limestre (Pistoia), che fa parte dell'organizzazione internazionale di solidarietà fondata dall'attore americano, ha annunciato la morte di Paul Newman alla festa annuale della fondazione. E' scattato, fra i presenti, un applauso durato alcuni minuti.

Manes - che oltre ad essere presidente della Fondazione Dynamo, primo fondo italiano impegnato nella "venture philantropy" al quale si deve la realizzazione della struttura è anche vicepresidente esecutivo di Kme group, proprietaria dell'area di Limestre dove sorge il camp -, dopo aver annunciato la scomparsa di Paul Newman ne ha ricordato le qualità artistiche e umane. Intanto su uno schermo venivano proiettate immagini dell'attore relative anche alla sua visita, due anni fa, al cantiere della struttura e anche alla Ferrari a Maranello dove provò in pista la Ferrari 599 GTB Fiorano. "E' stato un grande attore, regista, corridore d'auto, imprenditore, filantropo, fortemente impegnato in politica tanto da essere il numero 19 nella lista dei nemici di Nixon, un marito e padre amorevole - ha detto Manes -. Lo conoscevo da tre anni e mezzo, lui era venuto qua e io ero andato in America più volte. Era una persona straordinaria: la cosa che più mi ha impressionato era la sua semplicità. Era veramente uno di noi" ha poi concluso Manes mentre veniva fatta partire la canzone "One of us". Dynamo Camp è una struttura specializzata nell'accoglienza e la terapia di bambini affetti da gravissime malattie e dimessi in via temporanea o definitiva dalla degenza ospedaliera. E' affiliato alla fondazione "A hole in the wall" che Paul Newman fondò negli Stati Uniti promuovendone l'attività in tutto il mondo: oltre venti i camp diffusi in Usa ed Europa occidentale. L'attore visitò la struttura - all'epoca un cantiere aperto - il 4 maggio 2006 su invito di Manes. Newman, arrivato in elicottero, effettuò passeggiando un tour fra i vari edifici della struttura, commentando il progetto con le parole "It's a magic place": "E' un luogo magico". Inaugurato ufficialmente nel 2007, Dynamo Camp accoglie durante l'estate decine di bambini dimessi dagli ospedali o durante pause delle terapie in clinica, mettendo a disposizione spazi ricreativi, sale per terapie, foresterie per i familiari, aule scolastiche, spazi all'aperto, laboratori, teatro. La struttura, che si estende su 20 ettari è stata ricavata recuperando capannoni industriali, residenze e aree appartenute alla Smi, Società metallurgica italiana che fino al 1984 ha avuto qui uno dei suoi poli produttivi. Dynamo comprende anche parte della riserva di caccia frequentata dal presidente della Smi, Luigi Orlando, morto nel 2005.

martedì 23 settembre 2008

I Prelevatori

Per la mia lunga esperienza sia sul campo di lavoro che come mero utilizzatore del servizio sanitario nazionale (volutamente in minuscolo), esistono 3 tipi di individui che rispondono al nome di “prelevatori”, cioè coloro che hanno l’ingrato compito di prelevarti il sangue manco fossero agenti in borghese del Fisco.
Diciamo innanzitutto che i prelevatori partono dalle persone senza una minima istruzione ma che fanno questo mestiere da circa 30 anni (e sono i migliori secondo me, quelli che hanno imparato anni e anni fa sul campo, ahimè sulle povere vittime malcapitate) e arrivano ai dottori laureandi che si chiedono cosa hanno fatto di male per meritarsi questa incalzante routine mattutina da circa 120 persone al giorno di diadocumento-diabraccio-laccioemostatico-cercalavena-trovata-batuffoloconalcol-stringailpugno-siringa-prelievo-batuffolo-cerotto-pregopuòandare.

Secondo la mia ventennale esperienza abbiamo 3 classi e dico 3 di prelevatori.

Classe A) I sadici.
La peggiore: costoro godono nel vedere il terrore dipingersi negli occhi dei malcapitati, agiscono lentamente apposta per godersi il momento della tortura, con una calma certosina e studiata cercano la vena, hanno un tono di voce studiatissimo che nemmeno ad Hollywood insegnano, infilano piano l’ago nella vena e poi hanno un misto di ribrezzo ed estasi quando lo tirano fuori dal braccio.
Spesso aumentano il pathos raccontando fatti crudeli di episodi precedenti con vittime che si sono comportate in modo schizoide o sono svenute oppure descrivono minuziosamente il percorso dell’ago nel tuo corpo.
Quando sei uscito dalla stanza, sei pronto per accendere un cero alla Madonna per essere sopravvissuto e vedi con la coda dell’occhio il prelevatore che si accende una sigaretta post-orgasmo.

FRASE DA DIRE: “Tra colleghi ci capiamo, io sono agopunturista”
FRASE DA NON DIRE: “Non mi farà male, vero?”

Classe B) Gli annoiati.
Questa particolare classe di prelevatori ha il tatto di un Moncler e la gentilezza di un rotolo di carta vetrata.
Noiosamente ti ricevono, annoiati ti dicono di sederti, sempre più annoiati ti prelevano il sangue, ti dicono due frasi di rito e ti salutano. Tu non capisci se hai fatto loro un torto o se ce l’hanno con l’intera umanità che stamattina si è condensata in te.
Quando esci dalla stanza sei convinto di essere stato la cavia involontaria di un nuovo esperimento scientifico e pensi che tra poco il prelevatore si attacchi alla corrente con la sua presa neuronale per ricaricare le batterie che si stavano esaurendo.
Provare a fare loro un complimento è come pisciare contro vento: assolutamente inutile se non dannoso.

FRASE DA DIRE: “Ci metteremo un attimo, tanto le mie vene si trovano subito”
FRASE DA NON DIRE: “Lo sa che è stato proprio bravo?”

Classe C) I PGR (per grazia ricevuta)
I più pericolosi: addirittura loro si stanno chiedendo chi sono e cosa ci facciano lì ma soprattutto chi glielo ha fatto fare di specializzarsi in ematologia o medicina clinica.
Appena entri noto l’occhio sfuggente e preoccupato del prelevatore che rimbalza tra il tuo braccio e la sua strumentazione neanche fossimo a Wimbledon. Cominci vagamente a preoccuparti ma vuoi dargli fiducia.
Con un timido sorriso e un certo coraggio porgi il braccio, sbagliando clamorosamente.
In questo momento hai scatenato un senso di paranoia secondo solo alla Sindrome di Stoccolma nel prelevatore che è convinto che TU sia convinto che lui sia bravo e non vuole deluderti. E QUI comincia il dramma.
Comincia le solite operazioni di routine, ma con mano malferma e tentennando. Cerca la vena con la stessa fortuna e la stessa pazienza di Paperino in una miniera del Klondike e finalmente esclama trionfante: “Trovata!”
Tu pensi che ormai il più è fatto, ma sbagli. Lui infila l’ago nel braccio con una sicurezza da paura ma sbaglia clamorosamente luogo e buca un posto lì vicino e così via: al 4° foro stai per ribattere che il tuo braccio non è un Gratta e Vinci versione Ospedale ma finalmente un piccolo tuffo nella siringa indica che stavolta ce l’ha fatta.
Ma ovviamente ha preso una vena piccola, quindi la siringa si riempe di poco e lui deve rimbucarti, stavolta chiedendoti l’altro braccio: tu, ormai versione moderna di San Sebastiano, porgi l’altro tuo prezioso incavo sperando che non combini lo stesso macello che ha fatto dall’altro lato ma invano: almeno da questo punto di vista è equo.
Dopo 9 buchi, 2 siringhe, 3 cerotti e 4 batuffoli imbevuti di spirito, puoi finalmente alzarti e scappare via da quel luogo di perdizione. Ci sono ottime probabilità che il prelevatore svenga appena esci dalla stanza.

FRASE DA DIRE: “Lo sa che è stato bravo?”
FRASE DA NON DIRE: “E’ sicuro di quello che fa?”

domenica 21 settembre 2008

Poesia - Un orologio interno

Tic tac tic tac tic tac
Adesso scatta
Sì, sì, la sento
Siamo vicini
Ecco le lancette
Mettersi in posizione
Sento il tempo
Che sta arrivando

Tic tac tic tac tic tac
E’ sarà come sempre
Come ogni volta
La mia tristezza
Ad orologeria
Che parte da sé
Per farmi sentire male
Per darmi un segnale

Tic tac tic tac tic tac
E ci starò male come sempre
E mi chiuderò in me
E mi farò compatire
E scriverò poesie
E mi sentirò solo
E penserò solo a me
E sarò in crisi

Tic tac tic tac tic tac
E poi tornerò in me
Riguarderò il cielo terso
E mi dirò che non è così
Che non devo farmi del male
Che posso farcela
Che devo riprendere a salire
E il suono si fermerà.







… tic tac tic tac tic tac…

Canzone - Estra - Preghiera

Ho visto il più puro
degli uomini duro
rinunciare a te
Ho visto quel muro
che si chiama futuro
crollare su di me
Ho pianto la fine
di un sogno già incline
a finire in te
Ho pianto giù al fiume
sporcato da schiume
tremavo per te

Ho teso la mano
a quel gesto lontano
più lontano da me
Ho teso la mano
e poi piano piano
ho cantato per te
Ho come ogni mia sera
una nuova preghiera
scrivo sempre di te
Ho come ogni mia sera
pregato chi c'era
e non è più con me

venerdì 19 settembre 2008

La lotta alla mafia

Uomini e mezz'uomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà

Gli italiani non si meritavano Giovanni Falcone. Lui sapeva che lo avrebbero ammazzato. Così come lo sapeva Paolo Borsellino. Sono andati a morire come i primi cristiani nel Colosseo. Lasciati soli dalle istituzioni, dai partiti, da molti colleghi. Borsellino morì di fronte alla casa della madre. Non fu prevista nessuna misura di sicurezza. Ci andava ogni domenica. L'autobomba fu parcheggiata a pochi metri dal campanello del cancello. Il 13 luglio 1992, sei giorni prima dell'attentato, disse a un poliziotto: "Sono turbato. Sono preoccupato per voi, perché so che è arrivato il tritolo per me (dal continente, ndr) e non voglio coinvolgervi" (*).
Sedici anni dopo Capaci, il presidente del Consiglio si chiama Silvio Berlusconi. In Parlamento ci sono Cuffaro e Dell'Utri. La mafia non ha più bisogno delle bombe. Gli bastano le leggi. "Un rapido elenco di 'riforme' : 1) sostanziale abolizione dell'art.41 bis che impediva la comunicazione tra i detenuti e l'esterno; 2) revisione di alcuni articoli del codice di procedura penale che hanno posto limiti all'utilizzabilità delle dichiarazioni accusatorie; 3) dopo la revisione di tali norme, vero cedimento alle richieste della destra, nessuna disposizione è stata varata a tutela dei cittadini non mafiosi che testimoniano nei processi di mafia; 4) la nuova legge sui collaboratori di giustizia ha provocato un'unica conseguenza: non si pente più nessuno; 5) la possibilità di allargare l'istituto del rito abbreviato anche ai reati più gravi, con uno sconto immediato di un terzo e la contemporanea conclusione delle indagini su quei fatti. A ciò va aggiunto che nessuna iniziativa è stata adottata per rendere operativa l'anagrafe dei conti e depositi bancari prevista sin dal 1991 su suggerimento di Giovanni Falcone". (**)
Intervistato da Francesco Licata nel febbraio del 1991, Falcone si lasciò andare a uno sfogo: "Ma cosa credono questi signori? Davvero sono convinti che siamo tutti uguali? Credono che mi stia salvando la vita? Io non ho paura di morire. Sono siciliano, io. Sì, io sono siciliano e per me la vita vale meno di questo bottone". (**)
Lo psiconano vuole riformare quello che è rimasto della Giustizia e dice di volerlo fare "ispirandosi al pensiero di Falcone". Può permettersi di dirlo senza che nessun giornalista presente gli sputi in faccia o, più sobriamente, gli ricordi la permanenza dell'eroe Mangano nella sua villa di Arcore. La riforma della Giustizia è già avvenuta da tempo. L'hanno attuata D'Alema e Fassino, Castelli e Berlusconi, Prodi e Mastella. Un passo alla volta. Un allungamento dei tempi di prescrizione alla volta. Un indulto alla volta. Una limitazione delle intercettazioni alla volta. Un'abolizione del falso in bilancio alla volta. Oggi siamo ai chiodi bipartisan nella bara.
Don Arena, nel romanzo: 'Il giorno della civetta' di Sciascia, divideva l'umanità in uomini e mezz'uomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà. Falcone era un uomo, noi, che siamo rimasti, cosa siamo?

(*) L'agenda rossa di Paolo Borsellino. Lo Bianco, Rizza. Ed. Chiarelettere
(**) Storia di Giovanni Falcone. La Licata. Ed. Feltrinelli

Personalmente mi sento di dire una cosa. Ricordate i 900 ragazzi di Palermo che due domeniche fa hanno ballato in piazza testimoniando contro la Mafia ? Ed altri 100 obbligati dai loro genitori a starsene a casa. Cosa impensabile fino a 10 anni fa.

E’ il segno che il sacrificio di uomini quali Falcone, Borsellino, Cassarà, non è stato inutile. Cerchiamo di esserne consapevoli.

Gianpietro

giovedì 18 settembre 2008

I soprannomi questi conosciuti - parte II

[Riassunto delle puntate precedenti: prima ero palloncino, poi puccio, dopo scienziato pazzo, alla fine barthleby. Ma chi ero realmente? Cosa ero? Cosa sono? Dubbi esistenziali su Reiduchescional Channel! MBUTI!]



… Cambiato tutto come?

Beh, barthleby prende il sopravvento grazie anche alla mia frequentazione RL (real life, dal vivo insomma) di molti dei personaggi che conosco on-line, nei forum che ho creato o frequentato.

E poi c’è il lavoro, il trasferimento a Bologna, la mutazione a Duca_Barthleby per colpa di Hattrick, un gioco di calcio manageriale online a cui ancora molto legato e grazie al quale ormai sono indissolubilmente legato alla mia “carica” nobiliare (addirittura un ragazzo mi ha messo sulla busta per la partecipazione al suo matrimonio “AL DUCA”) e la conoscenza di una serie di gruppi di persone che mi ha associato vari nomignoli.



Per i ragazzi del bar sotto casa sono “a dottò”, nomignolo legato alla mia conoscenza e alla mia qualifica ufficiale di laureato e di lavoratore come Ufficiale Giudiziario.

Per la cricca del bar sono “Steve” o “Zanico”, abbreviazione di Zanichelli, e qui è inutile che lo spieghi…

Per CouchSurfing, un sito di scambi culturali e di viaggi in giro per il mondo, sono “Walkypedia”, l’enciclopedia ambulante.

Per la Goliardia, un gruppo di persone legate all’Università, sono “Onano”.

Per l’enigmistica rimango il buon vecchio barthleby, ma qui ho anche una carica onorifica: Official Barman of AEnigmatica.

Per i colleghi di lavoro sono “Stefìno”, “Pallone” o “Pellone”.



Ormai solo per la mia famiglia sono Stefano.

Sarà per questo che quando mi chiamano Stefano mi sento quasi a disagio?

Diceva Pirandello che nella vita si è “Uno, nessuno e centomila”.

Diciamo che io mi avvicino al migliaio mi sa…

mercoledì 17 settembre 2008

I soprannomi questi conosciuti - parte I

Da quando sono piccolo ho sempre avuto un soprannome, e tutti erano più o meno basati sulla mia enorme cultura, spesso agitata a sproposito e sventagliata davanti a tutti.
Che io mi ricordi, il primo risale a quando avevo 12 anni ed era "palloncino", simpatico nomignolo affibbiatomi appena traslocato da quegli stronzi che abitavano nel mio parco che sarebbe stata la mia casa per quasi 20 anni, per la mia forma rotonda che ai quei tempi era molto più accentuata.
Subito dopo, nella compagnia dei miei amici "storici", nacque il soprannome che mi accompagna come una seconda pelle da ormai 20 anni: "Puccio".
Ci sono 2 teorie sulla nascita dello stesso.
1) Stefano, in greco, vuol dire corona, e ai miei tempi c'era un giornalista di nome Puccio Corona.
2) L'abbreviazione di Puccettone, soprannome dato a Fantozzi da un suo collega di lavoro.
Subito dopo, cominciata la scuola, è nata l'era dello "scienziato pazzo" (eh, lo studiare chimica non aumentava di molto la possibilità di cambiare registro...) fino all'università dove stranamente non ne avevo nemmeno uno.

Contemporaneamente all'università cominciava la mia vita internettiana e quindi il nomignolo per internet. Alla fine la scelta cadde su "barthleby", una strana fusione tra il personaggio di un libro di Melville "Bartleby lo scrivano" e il barth (leggasi bard in inglese), il bardo di medioevale origine, il mio personaggio preferito nelle mie campagne di gioco di ruolo. :D

E da lì comincia tutto.

Hattrick - Le punizioni indirette secondo frap77

le sostituzioni, prima si prima no poi solo nelle giovanili, la tattica si e poi no, i calci di punizione diretti e indiretti, si ma solo un po' in amichevole...il live che va e non va...il bug dietro l'angolo...

ecco poi cosa succede in campo:


arbitro: fiiiiiiiiiiiiiiiiiii! punizione.

allenatore Peralta: punição! punição!


i giocatori in conciliabolo attorno alla palla:

Cascino: ahò! è de prima?!

Hasan: inshallah, di seconda!

Castellani: freghete! scicuro??

Traina: miiiin***a e mo?

Birkisson: Sæt er lykt úr sjálfs síns rassi!

Bassini: Uè F**a! che dice chel terun de islandes?

Grasseni: oooi! dicono dalla panchina che è indiretta!

Pirruccio: Oh che bello! Ciao mamma!

Traina: Se è in diretta si può vedere solo se hai la TV in bianco e nero, con quella a colori non va!

Grasseni: Moo Socc'mel! "indiretta", non "in-diretta"!

Rudušs: Только дружественные товарищи!!!!

Bassini: ...

Valverde: eu tiro!!!

Bassini: Drughè d'un colombian! Va a ciapà i ratt!

Traina: min***a Bassì, con un senatore parlasti!

Bassini: Chi laüra ghà una camisa e chi fà nagott ghe n'à dò!!!

Grasseni: aspettate che leggo le regole!

Castellani: aaahaaah è arrivat' lu secchiò!

Grasseni: solo in amichevole!

Traina: è questa cu min***a iè?

Grasseni: amichevole!

Castellani: efffreghete! nu sacc di mazzarell...

Pirruccio: oh, fasc'm prest', l'arv'tr s'ste'ngazz!!

Castellani: aaaah! Se li corn'fuss'fresch''nnanz ce starrìjj' nu bosch'!

Grasseni: allora vediamo...I Calci piazzati indiretti sono punizioni di seconda, il cui risultato dipende dall'impegno di squadra...

Pirruccio: oooh Bassìì, c' sbagliamm' a punizion' iè corpa tau ca na' stà fesc' nu' c...

Grasseni: Per il calcolo d'attacco vengono usati (in ordine d'importanza) la media dell'abilità attacco di tutti i giocatori (eccetto il portiere), la media della loro abilità in calci piazzati...

Basseni: uè Hasan! Fi*a! ce l'hai una calcolatrice in mezzo a tutto il rusco che vendi?

Traina: min***a Bassì! rispetto! Hasan è extraterrestre!

Bassini: ...a me pare extracomunitario terun!

Grasseni: ...e l'abilità in calci piazzati del vostro tiratore scelto...

Castellani: Cascino! Cascino! ca l'attan' iè carabi...

Grasseni: Oooiii! briza strazzer... e per il calcolo della difesa vengono usati (in ordine d'importanza) la media dell'abilità Difesa di tutti i giocatori (ad eccezione del portiere), la loro media in calci piazzati, e le skill parate e calci piazzati del portiere che deve parare.

Pirruccio: Aspè Grassè ca stoc'a'fazz' l'cunt...c'a'caspt'iè la "media dell'abilità d'attacco"?

Cascino: vabbè io sboccio e se fa la conta pe chi tira...

Piove pioviccica
il sedere ti si appiccica
si appiccica sulla sedia
e tira che si spiccica


Punizione a due fuori area quando siamo giunti al 68 minuto. Per la battuta si avvicinano in tre, ma dopo il tocco iniziale è Einar Birkisson che, senza rincorsa, colpisce d'effetto il pallone, mandandolo millimetricamente sotto l'incrocio dei pali. Applausi dagli spalti per la grande realizzazione!



Traina: min***a!

Birkisson: Kemst þó hægt fari!

lunedì 15 settembre 2008

B.E.W. - Atleti e fede

Ogni tanto la mia mente funziona come il famoso gioco del “Bersaglio” della Settimana Enigmistica e fa delle associazioni alla Sherlock Holmes. E ho pensato: “Perché non scriverle nel blog?”

Ed ecco la mia nuova rubrica dal titolo “Bersaglio elementare, Watson!” o abbreviata B.E.W.

Stamattina in auto guardavo il nuovo manifesto del CEPU con testimonial la Carolina Kostner.
Subito la mente è volata al ragazzo, quell’Alex Schwarzer fantastica medaglia d’oro nella marcia 50km.

E la mente ha compiuto un altro passo rievocando la sua emozionantissima intervista appena arrivato al traguardo quando diceva che la sua forza derivava anche dalla fede.

E poi anche Pellielo e la Vezzali, anche loro dicevano che erano guidati e sorretti dalla loro religiosità.

E mi sono chiesto che rapporto ho io ora con la religione e la risposta è stata “quasi nullo”.

Eh sì, dopo la fine della relazione con Margherita ormai la chiesa per me è solo un edificio utile quando si danno indicazioni stradali, non ci vado dal matrimonio di Jack e Stefania di luglio scorso e prima la pausa era ancora più lunga.

La verità è che ho sempre avuto una mia particolare religiosità che per molti anni si è riflessa nel mio modo di fare e nelle mie cose: io credo in Dio o almeno credo che ci sia un Dio quasi triste e che ci osserva perché si sente solo.
E credo nell’anima, credo nell’energia che siamo e che torneremo ad essere un giorno quando abbandoneremo questo corpo e torneremo nella dimensione di nascita.

Sono molto cristico ma perché i dettami della religione cristiana sono quelli in gran parte del buon senso e del vivere comune civile quindi non è molto difficile osservare i suoi precetti.

Ma la Chiesa Cristiana Cattolica Apostolica nel corso dei miei anni di vita ha perso molto smalto, rintanata ormai sulle sue posizioni arcaiche e vetuste, su concetti che non sono ormai aggiornati e congrui con la società attorno che vive quotidianamente una realtà dove Cristo fatica sempre di più ad entrare come protagonista.

Ed ora sono qui, ad osservare un crocefisso appeso alla parete dove lavoro, e a ripetermi una frase di una canzone di Caparezza, “Uomini di molta fede” :”Meglio fare del bene che non fare niente di male”.

domenica 14 settembre 2008

Email che fanno male

dal blog di Barbara, alias Blackcat -->
http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html

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Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.

Firma.

Metti una serata a Vidiciatico...

...insieme a 4 amici, 2 bottiglie di vino, la pioggia, la caldaia che non funziona, la padrona di casa isterica, il Quiz Show, le pizzette di Nanni, due soli letti e vedrai cosa ne esce fuori...

Shakerare tutto con cura (?) avendo l'accortezza di tenere staccati tra di loro certi ingredienti che sennò si vergognano e mettere l'insalata russa a parte.

Svegliarsi la mattina con un cerchio alla testa da paura e salvarsi solo grazie Santa Novalgina.
Riprendersi dai 63km di curve paurose in montagna tracciate alla Hakkinen.

Tornare a casa e chidersi perchè incastrarsi in situazioni di questo tipo ma soprattutto stupirsi che non provi rabbia quanto delusione e dentro di te senti la voce di un amico che ti dice: "Chi si tuffa in certe situazioni è perchè vuole attenzione: l'uomo ha bisognio di stimoli, possibilmente carezze, ma vanno bene anche gli schiaffi".

E capire che la strada che si è intrapreso è appena cominciata ma già dà i suoi frutti.

Ma partiamo con ordine.

Ci vediamo fuori al solito baretto sotto casa mia io, Salvatore, Max e Sara (alcuni miei amici)e nel mentre della partita dell’Inter Sara ci annuncia che deve andare alla sua casetta a Vidiciatico (un paesino in montagna al confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna distante solo 65km) per aprire le finestre della sua casa in quanto ci ha tenuto un party il sabato scorso e si è scordata di “aerare il locale” e dato che la casa è della sua schizofrenica e possessivissma matrigna voleva che tutto fosse in ordine.
Noi ragazzi cogliamo l’occasione al volo e ci diciamo pronti ad accompagnarla: messici d’accordo, passiamo a prendere una sua amica, Veronica, e partiamo destinazione Vidiciatico non prima di esserci riforniti di pizzette e di qualche bottiglia di vino.
Lungo il viaggio in auto cazzeggio, divertimento, risate, battute, fino al momento della sosta per le ragazze classica: mentre loro sono in bagno si analizza la situazione: Veronica è cotta di Max e quindi loro si apparteranno dopo mentre io e Salvatore rimarremo con la padrona di casa e chi vivrà vedrà.
Ripartiamo e riusciamo anche a perderci per strada quando finalmente alle ore 01:00 apriamo la porta della casa di montagna, poco prima di uno spaventoso temporale che si abbatte sulla cittadina. Quindi niente pub in centro e rimaniamo in casa a giocare a qualche gioco di società.
Vuoi la stanchezza, vuoi l’ora, vuoi ormai l’età che avanza dopo un’oretta crollo e mi sistemo su un letto per riposare un attimo. Mi sveglio poco dopo e sento le due coppie chiacchierare e capisco che si è creata una certa intimità.
Riflettendo sulla cosa (negativa ovviamente) ritorno a letto, ci sto qualche minuto, faccio finta di russare e poi riemergo dalle braccia di Morfeo per riaggregarmi alla comitiva.
Si fanno le 04:00 e tutti decidiamo di andare a dormire.
Max e Veronica dormono nel lettone (…) mentre io, Sara e Salvatore ci accontentiamo di due letti singoli di una parete attrezzata. Io dormo in quello sotto e Sara e Salvatore in quello sopra.
Ora, immagino voi siate abbastanza uomini e donne di mondo da capire come si è svolto il resto della serata, ma ve lo spiego lo stesso: io sono crollato dal sonno e al mio risveglio in tarda notte non trovo nessuno affianco a me: tutte e due le coppie si erano trasferite nel lettone per fare qualche gioco di società tipo lo scopone scientifico.
Dopo avere assistito a qualche secondo della scena decido che è meglio tornare a nanna e la mattina tutto ritorna alla sua normalità molto relativa: dopo, in disparte, prendo i ragazzi e dico loro che se queste erano le loro intenzioni potevano TRANQUILLAMENTE dirmelo che avrei guadagnato sonno, soldi, malditesta e delusione.
Siamo tornati a casa con Max che era la reincarnazione di Fangio sulle curve di montagna dell’appennino tosco-emiliano e da questa esperienza ho tratto 3 cose:
1) La prossima volta che sono in 5 e se non ho una certezza femminile rimango a casa:

2) Ho capito come si sente una pallina in un flipper:

3) il mio nuovo soprannome, “Zanico”.

Per fortuna domenica il Napoli ha vinto…

PS Ho omesso un piccolo ma significativo particolare.
Dopo che ho “scoperto” le due coppie e sono tornato a letto, la coppia formata da Sara e Salvatore è tornata nel letto affianco al mio (per vergogna sua, come dirà la mattina dopo) e ahimè hanno finito lì la loro liaison davanti a me che russavo della grossa sì, ma che ogni tanto ahiloro mi svegliavo.

Non ho più parole dopo questa cosa.

giovedì 11 settembre 2008

Donne americane contro la Palin

Friends, compatriots, fellow-lamenters, we are writing to you because of the fury and dread we have felt since the announcement of Sarah Palin as the Vice-Presidential candidate for the Republican Party. We believe that this terrible decision has surpassed mere partisanship, and that it is a dangerous farce -- on the part of a pandering and rudderless Presidential candidate -- that has a real possibility of becoming fact.

Perhaps like us, as American women, you share the fear of what Ms. Palin and her professed beliefs and proven record could lead to for ourselves and for our present or future daughters.

To date, she is against sex education,birth control, the pro-choice platform, environmental protection, alternative energy development, freedom of speech (as mayor she wanted to ban books and attempted to fire the librarian who stood against her), gun control, the separation of church and state, and polar bears.


To say nothing of her complete lack of real preparation to become the second-most-powerful person on the planet. We want to clarify that we are not against Sarah Palin as a woman, a mother,or, for that matter, a parent of a pregnant teenager, but solely as a rash, incompetent, and all together devastating choice for Vice-President. Palin's political views are in every way a slap in the face to the accomplishments that our mothers and grandmothers and great-grandmothers so fiercely fought for, and that we've so demonstrably benefited from.

First and foremost, Ms. Palin does not represent us.

She does not demonstrate or uphold our interests as American women. It is presumed that the inclusion of a woman on the Republican ticket could win over women voters.
E ora posso dormire sereno.
Come gli angeli.
Come i bambini con le loro nuvole
senza peso.
Come le parole dette
per fare del bene.
Come il mio cuore.
Leggero
vuoto
sospeso.
Come un bacio.

sabato 6 settembre 2008

Canzone - Francesco Guccini - Cirano

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...

Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano

mercoledì 3 settembre 2008

Sugli incidenti di Roma-Napoli uso le parole di Antonio

http://www.repubblica.it/news/sport_gen/sport_n_3292787.html

Ora anche il capo della polizia ammette che domenica non e' successo nulla di eccezionale.

L'anno scorso laziali e romanisti hanno messo a ferro e a fuoco la capitale di questo pseudo-paese, inscenando un principio di vero e proprio colpo di stato, con tanto di stazioni di polizia assaltate. Che conseguenze hanno subito le rispettive societa'?

Ma la lista di episodi ben piu' gravi di un treno coi finestrini spaccati e qualche sedile divelto (episodi assolutamente da condannare, sia chiaro) compiuti in passato da altre tifoserie e che sono rimasti impuniti e' lunghissima...

E non si puo' nemmeno dire che il nuovo metro sia stato applicato in egual misura ad altre realta'; basti pensare che un gruppo di interisti domenica ha devastato un autogrill, e che costoro potranno tranquillamente rifarlo la volta dopo, e quella dopo ancora...

Per noi, tutti noi napoletani, invece solo ingiurie, calunnie e accuse generalizzate ed infamanti. Senza contare le parodistiche analisi sociologiche che ci sono toccate. Come se il cosiddetto "disagio" esistesse solo qui e non altrove. Da giorni tv e giornali non parlano d'altro e non trovano di meglio da fare che insultarci indiscriminatamente. Per non parlare dei politici, finalmente tutti uniti, senza distinzioni di colore, nell'avallare la versione unica ed incontestabile (e sostanzialmente falsa) che e' stata fornita in pasto all'opinione pubblica dai media mainstream.

Tutto questo non ha fatto altro che fortificare l'amore profondo che nutro per i colori azzurri, per la mia citta', il suo popolo, la sua storia, la sua cultura.

Sono fortemente tentato dal dimettermi definitivamente da italiano e chissa' che non lo faro'.

martedì 2 settembre 2008

Poesia - Buonanotte

Buonanotte
Buonanotte amore mio
Dormi bene
È ora di asciugare le lacrime
Dormi ora
Non pensare a nulla
Sono qui con te
Ti proteggo io
Buonanotte
E dormi amore mio
E non piangere
Perché ti dico buonanotte
E non addio

Buonanotte amore mio
E’ ora di sognare
Dolce come sai fare tu
Mentre ti coccolo
Non aver paura
Non avere timore
Sono qui con te
Ti amo in silenzio
E ho quasi paura di accarezzarti
Per paura di svegliarti
Ma tu continua a dormire
Non svegliarti
E non piangere più
Perché ci siamo detti buonanotte
E non addio

lunedì 1 settembre 2008

Poesia - Solo Parole

La scrivania è piena di libri
Che ormai non leggo più
Continuo a cercare le parole
Nel mio cuore
E mi vengono da cantare
E sono contento

Quante parole che nascono
Una di queste è per te
Una parola tra tutte
Indovina qual è

Scegline una a caso, guardala
Sembra un piccolo frammento di me
Un piccolo specchio per mettermi a nudo
Davanti a te che mi ascolti

E le parole crescono dentro di me
Come un fiore che sboccia
Come un amore che nasce
Dimmi tu cos’è

Ho scritto poesie con gli occhi
E sono morte nel sole del mattino
Le cose più vere e più belle
Le ho dette alle stelle e a te

E continuo a scrivere canzoni
Pensando di cantarle per te
e arriverò a suonarle fino a che
le dita mi faranno male

ma sono solo parole
che non sono capaci di spegnere il sole
semplici come quello
che provo per te

Un weekend da paura

Ogni volta che torno a Napoli parte qualcosa che non so mai descrivere bene. Sembra la fiera delle opportunità bruciate, una cosa a metà tra Buzzati e Totò.
La strada per casa (quale dato che i miei hanno traslocato a La Spezia mesi fa?) è lunga, accaldata, assolata e piena del fumo dei soliti incendi estivi di spighe bruciate.
Arrivo a Napoli il venerdì sera mi fermo da alcuni miei parenti a dormire. Tra una chiacchiera e l’altra si fa molto tardi e si va a nanna ed ecco il primo problema: il rumore.
Da bravo napoletano ormai espiantato ed inserito in un contesto più “civile”, ecco che non sono più abituato al rumore notturno, agli schiamazzi fino alle 2 di notte, ai motorini con marmitta a curvatura triplosonica che fanno lo stesso rumore di un Concorde in partenza da Cape Canaveral…
La mattina, mezzo rincoglionito dal sonno, si riparte per una giornata esagerata: la mattina recupero di un gruppo di amici enigmisti provenienti da Roma (Dafne, Ermengarda, Alois, Guazzoa e Kreisler) per andare tutti insieme dal Redattore della Settimana Enigmistica (Guido) e poi via, in riva al mare partenopeo, sul golfo di Pozzuoli, in un pomeriggio soleggiato e speciale insieme ad un sacco di amici e passare così ore spensierate in compagnia di ottimo cibo, ottimo vino e ottima gente.
Dico solo che c’erano 4 antipasti misti di pesce (tra cui il sautè di cozze e vongole DIVINO) e i tubetti con cozze, zucchine e pomodorini mostruoso.

Ma la sera, la sera…
Prepararti da tempo per qualcosa che non sai cosa sarà e ritrovare lì qualcosa che hai perso da tempo, un affetto e una complicità che non sentivo invadermi da tempo, e tutto grazie a loro.
Ai miei amici amici, a loro, al loro essere speciali essendo normali.
A Massimo, a Giovanni, a Andrea, a Raffaella, alle sorelline terribili Vivien e Veronica ma soprattutto a Te.
A Te che stai diventando una parola dentro di me, a te che mi costringi a fissare il mio schermo e a sospirare. A Te che stai diventando il mio tutto.

Ti amo.

E dopo si torna a casa, dannazione.
E non mi rimane che una manciata di foto, un po’ di ricordi e un desiderio preciso e affilato come il coltello del giardiniere che recide una rosa.

Quella che sei tu.