venerdì 13 marzo 2009

In un autobus troviamo...

L’uomo anziano orgoglioso

Costui è un uomo di bassa statura, spesso con la gobba o comunque tendenzialmente artitrico, con la testa china, spesso con la dentiera montata male e che quindi biascica parole incomprensibili. Sale o almeno tenta di salire sul pullman alla velocità di 1 miglia oraria, salutato anche dalla tartaruga di Zenone che si accomoda sul retro dell’autobus, ma mai commettere l’errore di cercare di dargli una mano: vi respingerà sdegnato, dicendo qualcosa del tipo “grazie, ma ce la faccio benissimo da solo” e vi guarderà come un monatto guarda un appestato. Appena sul pullman, alla ripartenza dell’autista ovviamente non si regge sugli appositi sostegni e partirà scagliato via come una pallina di un flipper, tra le varie persone attorno che cercano di sorreggerlo e lui che lancia bestemmie di alta scuola nei confronti del guidatore.

La cosa migliore però è la ricerca del posto a sedere: ne battezzerà uno in cui si trova un ragazzo (meglio una ragazza) che ascolta l’Ipod, si mette vicino uso avvoltoio e la fissa per tutto il suo tragitto, incutendo timore e paura: alla domanda OVVIA della ragazza “Scusi, si vuole sedere?” risponderà un secco “No, Grazie”.

Quando la ragazza scenderà però si siederà schifato tranne accorgersi che deve scendere la fermata successiva, con conseguente corsa alla porta tra accidenti e persone urtate violentemente nella corsa.



La Statua

Bellissima categoria, costui è spesso un uomo che una volta salito sul bus si apposta su un palo vicino alle porte e non si schioda più da lì, intralciando tutti nel cammino e nella salita e discesa dal mezzo. Alle occhiate maldicenti delle persone, spesso risponde con sguardo vacuo e assente, senza proferire parola.

Tutti sperano che lui scenda, prima o poi, ma lui niente.

Ti accompagnerà fino alla stazionamento: quando tutti scendono lui per ultimo dà uno sguardo in giro nel pullman, sospira e scende lentamente in una sequenza da film.



La signora della spesa


Questa donna, spesso dall’aspetto trasandato e vissuto, sale sul bus sempre nell’ora di punta con un contorno di almeno 5 o 6 bustoni pieni di roba da mangiare, attrezzi per la casa, ornitorinchi, incudini da fabbri… Già salire è un’impresa che si risolve solo con l’aiuto di qualche baldo giovane che fa una fatica boia per salire un solo sacchetto (e lei ne porta 5 almeno).

Una volta salito, adocchia i posti a 4 ma sono sempre occupati e quindi comincia a spostarsi nel pullman con tutte le buste che spaccano menischi e rompono malleoli dei poveri astanti. Ma a metà autobus scoppia la tragedia: la busta si rompe e ne rotolano via tutte le patate appena comprate, con un effetto “cascata” devastante. Se è da sola parte una sorta di gara di solidarietà a chi raccoglie più patate, tra i “Grazie” sommessi e vergognati della povera donna. Se è con dei bambini comincia una sorta di luna park all’interno del pullman con questi simpatici pargoli che si infilano ovunque pur di recuperare l’ortaggio, passando sotto gonne e tra zaini con l’abilità di un nano del circo Togni.

La discesa dal pullman di questa signora è spesso accompagnata da un generale sospiro di sollievo.



San Tommaso

Altra categoria fantastica: costui sale sul pullman trafelato, facendo riaprire le porte all’autista già in manovra di ripartenza, sbuffa tutto sudato, si guarda in giro, ci pensa un secondo e si rivolge in modo preoccupato all’autista chiedendo:

“Ma questo è il 13?”

“No, questo è il 95”

“Ma ne è sicuro?”

Al cenno affermativo dell’autista (che sta pensando di cambiare mestiere dopo una risposta del genere) chiede di scendere prima possibile: il povero guidatore lo accontenta, lasciandolo alla prima occasione possibile.

Quando scende, il nostro, non ancora del tutto contento, si mette davanti al pullman, si copre con una mano gli occhi e controlla meglio il numero del pullman, tra le bestemmie dei presenti che stanno facendo mostruosamente tardi.

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