martedì 29 dicembre 2015

giovedì 17 dicembre 2015

Vegetale VS Animale

In questi giorni uno studio della Carnegie Mellon University ha messo a confronto l'impatto ambientale di coltivazioni ed allevamenti in termini di tre fattori ben precisi: gas serra emesso, acqua utilizzata e energia consumata.

Ebbene, è emerso che non è assolutamente vero che le produzioni agricole sono meno dannose di quelle animali, ma che, come era ovvio già da prima dello studio, il tutto dipende dal tipo di allevamento animale o coltivazione vegetale.

Per fare un esempio, un campo di lattuga produce più gas serra di un allevamento di maiali, ma un campo di riso o di patate ne produce di meno.

Allo stesso modo, un appezzamento di terreno coltivato a ciliegie o mango consuma più acqua di un allevamento animale, ma le carote e le arachidi invece consumano meno acqua.

In parole povere, i ricercatori non hanno dimostrato che il vegetarianesimo è dannoso per l'ambiente, hanno solo scoperto che alcuni tipi di produzione vegetale non sono così "eco-friendly".

In tutto questo, lo scopo dello studio era UN ALTRO. Ovvero, quello di confrontare tre tipi diversi di diete per verificarne l'impatto ambientale:
Dieta 1 che riduce l'apporto calorico ma con un mix di cibi che rappresentano la dieta media americana
Dieta 2 che non riduce l'apporto calorico ma che include le proporzioni tra alimenti consigliate dalla USDA (Dipartimento dell'Agricoltura Americana)
Dieta 3 che riduce l'apporto calorico e include le proporzioni tra alimenti consigliate dalla USDA.

Ebbene, analizzando queste tre potenziali diete secondo i parametri che abbiamo detto prima, ovvero gas serra emesso, acqua consumata e energia utilizzata, i ricercatori hanno scoperto che la dieta 2 è la peggiore, dato che incrementa l'uso di energia del 43%, il consumo di acqua del 16% e l'emissione di gas serra dell'11%. La dieta 3 è "bene ma non benissimo", con un uso di energia del 38%, un consumo di acqua del 10% e un emissione di gas serra del 6%.
La migliroe risulta la dieta 1 ma NESSUNA di queste diete è vegetariana, in quanto le diete 2 e 3 seguono la raccomandazione dell'USDA di aumentare il consumo di pesce, un alimento dal notevole impatto sui gas serra, e di certi frutti ad alto consumo di energia.

Quindi, è vero che alcune verdure e ortaggi possono essere nocive per l'ambiente, ma se state cercando una scusa per levarvi di dosso il senso di colpa per gli allevamenti animali, non è questo il caso.

Qui trovate lo studio: http://link.springer.com/article/10.1007/s10669-015-9577-y

lunedì 23 novembre 2015

Parole, parole, parole - Weekend



Quante volte ci è capitato di ascoltare una parola e subito nella nostra mente si è accesa una lampadina e si è aperto un cassetto con un ricordo musicale legato a quella parola? Da oggi ho deciso di tenere “Parole, parole, parole”, una rubrica aperiodica su alcune parole che aprono in me alcuni di questi cassetti.

La prima parola-chiave che ho scelto è “weekend”, parola che evoca gioia, feste, divertimento ma anche relax e il ritrovare i propri spazi.

La prima canzone che mi è venuta in mente, complice anche la sua relativa giovane età, è Lost in the weekend” di Cesare Cremonini, canzone che si è piazzata in classifica e nelle nostre menti e ha deciso di non andare via, anche grazie al suo sound accattivante e fresco.

La seconda canzone è legata al mio passato e parla di weekend passati a seguire le partite di calcio alla radio ed a smaltire i bagordi del sabato sera: parlo di Weekend” degli 883 di Max Pezzali e Mauro Repetto, una canzone intrisa di nostalgia e tristezza.

Con la terza canzone invece ci torniamo al sabato e invadiamo i dancefloor con The Weekend” di Michael Gray, canzone in pieno stile disco con un video molto accattivante e svestito.

Come quarta canzone è venuta fuori Weekend” dei Club Dogo, un brano che devo ammettere non mi ha colpito moltissimo dal punto di vista musicale ma solo per il suo ritornello “Dove si va questa sera, cosa si fa questa sera?” preso in pieno da “Un cuore con le ali” di Eros Ramazzotti.

L’ultimo cassetto è pieno di delicatezza e di musicalità, e non potrebbe essere altrimenti, visto che parliamo di Alice e della sua “Tante bellecose / Weekend”, pezzo in cui una persona che sta per morire spiega alla persona amata che l’addio è solo momentaneo.

Bene, direi che come prima puntata può andare. Alla prossima e ricordatevi: le parole sono chiavi per i cassetti della nostra mente. Alla prossima parola-chiave.

lunedì 28 settembre 2015

Siti di disinformazione

Vi fornisco un mega listone di siti di disinformazione, pseudo scienza, pseudo medicina, complottismo e pseudo giornalismo, per capire cosa state leggendo e se la fonte è veritiera o meno.
Cominciamo dai siti di pseudo scienza, ovvero siti che propongono esperimenti, invenzioni, trattamenti che non hanno alcuna valenza scientifica, anche se loro vogliono che voi lettori lo crediate.
Evidenza Aliena
Ecologia sociale
Nexus Edizioni
Pianeta Blu News
Segni dal cielo
Dionidream
La Stella
Passiamo ai siti di Pseudo giornalismo/politica, ovvero siti che usano il linguaggio giornalistico per scrivere articoli spesso basati sul nulla che portino acqua al loro mulino, qualunque esso sia. Può trattarsi di politica, religione, ideali. Sono siti che fanno male, perché molti di quelli che li leggono sono li in quanto affini come idee, e non riescono a distinguere tra notizie reali e notizie alimentate solo dal tifo per questa o l’altra fazione.
AllNews24.eu (riporta notizie da altre testate senza farvi alcuna verifica)
ByoBlu
Catena Umana
CentroMeteoItaliano
Curiosity2013
DirettaNews
Eco Tricolore
Eticamente
Grande Cocomero
ImolaOggi
Informare X Resistere
Informatitalia
Jeda News, l’informazione alternativa
Kevideo . eu
La Gazzetta della sera
Lo Sai (e tutti i suoi corollari)
Mafia Capitale
Mattino.ch
Il Nord
Italia Hot Spot
NoCensura
Nuovo Illuminismo
Notizie dal web
Parola di Iugo
Piove Governo Ladro
Riscatto Nazionale
Sapere è un dovere
Senza Censura
Siamo La Gente
Signoraggio (.it)
TicinoLive
Tutti i crimini degli immigrati
VoxNews

Passiamo ai siti complottisti, ovvero siti e pagine Facebook che credono in una o l’altra teoria del complotto, dando per scontato che quello che dice l’ìinformazione Mainstream sia falso, non ho ancora capito se le menti dietro queste pagine siano “complici” di chi queste teorie se l’è inventate a scopo di lucro o se siano solo altri “truffati”
New Apocalypse
Tanker Enemy
Tanker Enemy – blog
Sù la testa – Gianni Lannes
Luogocomune
Misteri d’Italia
Mistero
Tactical Media Crew
USA Crimes
Disinformazione
Il Meteo
Siamo quasi alla fine: passiamo ai siti di pseudo medicina, ovvero siti e pagine che spacciano cure che non hanno fondamento, spesso consigliando libri e trattamenti – a pagamento – venduti e scritti dagli stessi che si sono inventati queste cure miracolose.
La nuova medicina germanica
MedNat
La leva di Archimede
Autismo e Vaccini
InformaSalus
Alleanza della salute
Vaccini Informa
Comilva
Mamme In rete
Continuiamo con le pagine che pubblicano bufale solo per incrementare le visite e pubblicano notizie inventate per poi a volte pubblicarne la smentita qualche giorno solo per fare click
VNews24
AttivoTv
Ora attenzione a questi siti, sono siti nati apposta per perculare gli utenti e pubblicano notizie false e inventate, spesso per motivi di satira
Dangerous News /Notizie pericolose
Corriere del mattino
Corriere della Notte
Corriere del Corsaro
Chiave Orgonica
Il telegrafo
IoVivoaRoma
Lercio
Lo Specchio
repubblica.altervista
Il Matto quotidiano
Queste invece le pagine Facebook da cui stare proprio alla larga:
L’antipolitica
Scienza di confine
Adesso fuori dai coglioni
V per vera informazione
Catena Umana

venerdì 17 luglio 2015

Perchè andare nello spazio?

Già, perchè andare nello spazio quando abbiamo così tante cose da fare sulla Terra? Perchè spendere milioni di dollari (o euro) nel tentativo di colonizzazione di mondi lontani quando in Africa c'è gente che muore di fame? 
Una domanda simile fu posta anche nel 1970 all’allora direttore scientifico della NASA, Ernst Stuhlinger, da Suor Mary Jacunda, una suora attiva in Zambia, che gli chiese come potesse essere possibile che l'uomo volesse andare su Marte quando sulla Terra ogni anno milioni di persone pativano la fame. Stuhlinger rispose con una lettera lunga e ben argomentata, che successivamente fu pubblicata dalla NASA con il titolo “Perché esplorare lo Spazio?”.

Ecco il testo della lettera: 

Gentile Suor Jacunda, 
la sua è una delle tante lettere che ricevo ogni giorno, ma mi ha toccato più profondamente delle altre perché viene da un cuore compassionevole e da una mente profonda. Cercherò di rispondere meglio che posso alla sua domanda.

Prima, tuttavia, desidero esprimere la mia grande ammirazione per lei e per tutte le altre sue coraggiose sorelle, perché state dedicando le vostre vite alla più nobile causa umana: aiutare il proprio prossimo in difficoltà. Lei chiede nella sua lettera come abbia potuto proporre la spesa di miliardi di dollari per organizzare un viaggio su Marte, in un momento in cui molti bambini su questa Terra muoiono di fame. Lo so che non si aspetta una risposta del tipo “Oh, non sapevo che ci fossero bambini che muoiono di fame, d’ora in poi mi asterrò dalla ricerca spaziale fino a quando il genere umano non avrà risolto la questione!”. In effetti, ho iniziato a essere a conoscenza del problema della fame nel mondo ben prima di sapere che fosse tecnicamente possibile un viaggio verso Marte. Tuttavia, credo – come molti altri miei amici – che viaggiare verso la Luna e forse un giorno verso Marte e altri pianeti sia un’iniziativa che dovremmo affrontare ora, e penso anche che questi tipi di progetti, nel lungo termine, possano contribuire alla soluzione dei gravi problemi che affliggono la Terra molto di più di altri progetti discussi ogni anno, e che portano spesso a risultati tangibili solo dopo molto tempo.

Prima di spiegarle come il nostro programma spaziale possa contribuire alla soluzione dei problemi qui sulla Terra, vorrei raccontarle una storia che pare sia vera e che potrebbe aiutarla a comprendere l’argomento. Circa 400 anni fa, in una cittadina della Germania viveva un conte. Era uno di quei nobili buoni ed era solito dare buona parte dei propri guadagni ai suoi concittadini poveri: erano gesti molto apprezzati, perché c’era molta povertà e le ricorrenti epidemie causavano seri problemi. Un giorno, il conte incontrò uno sconosciuto. Aveva un banco di lavoro e un piccolo laboratorio nella sua abitazione, lavorava sodo di giorno per avere qualche ora ogni sera per lavorare nel suo laboratorio. Metteva insieme piccole lenti ottenute da pezzi di vetro; le montava all’interno di alcuni cilindri e le utilizzava per osservare oggetti molto piccoli. Il conte fu affascinato da ciò che si poteva vedere attraverso quegli strumenti, cose che non aveva mai visto prima. Invitò l’uomo a trasferire il suo laboratorio nel castello, diventando un incaricato speciale per la realizzazione e il perfezionamento dei suoi strumenti ottici. La gente in città, tuttavia, si arrabbiò molto quando capì che il conte stava impegnando il proprio denaro in quel modo senza uno scopo preciso. «Soffriamo per la peste», dicevano, «mentre lui paga quell’uomo per i suoi passatempi inutili!». Ma il conte rimase fermo sulle sue posizioni. «Vi do tutto quello che posso», disse, «ma darò sostegno anche a quest’uomo e al suo lavoro, perché sento che un giorno ne verrà fuori qualcosa di buono!».

E in effetti qualcosa di buono avvenne, anche grazie al lavoro di altre persone in diversi luoghi: l’invenzione del microscopio. È noto che questa invenzione ha contributo più di molte altre idee al progresso della medicina, e che l’eliminazione della peste e di altre malattie contagiose in molte parti del mondo sia stata possibile in buona parte grazie agli studi resi possibili dal microscopio. Dedicando parte del proprio denaro alla ricerca e alla scoperta di nuove cose, il conte contribuì molto di più a dare sollievo dalla sofferenza umana rispetto a ciò che avrebbe potuto fare dando tutto i propri soldi ai malati di peste.

La situazione cui ci troviamo davanti oggi è simile in molti aspetti a quella che le ho appena raccontato. La presidenza degli Stati Uniti spende circa 200 miliardi di dollari nel proprio bilancio annuale. Questi soldi vanno alla salute, all’istruzione, allo stato sociale, al rinnovamento delle strutture urbane, alle autostrade, ai trasporti, agli aiuti all’estero, alla difesa, alla conservazione del territorio, alla scienza, all’agricoltura e a molte altre realtà all’interno e all’esterno del paese. Circa l’1,6 per cento del budget è stato destinato alla ricerca spaziale quest’anno. Il programma spaziale comprende il Progetto Apollo e molti altri progetti più piccoli legati alla fisica dello spazio, all’astronomia, alla biologia nello spazio, allo studio dei pianeti, all’analisi delle risorse della Terra e all’ingegneria spaziale. Per rendere possibile questa spesa per il programma spaziale, lo statunitense medio con un reddito annuo di 10mila dollari paga circa 30 dollari, con le imposte, per il programma spaziale. Il resto dei suoi soldi, 9.970 dollari, rimangono per la sua sussistenza, per il pagamento di altre imposte, il suo divertimento e per i suoi risparmi.

Ora lei probabilmente mi chiederà: “Perché non prendete 5 o 3 o 1 dollaro di questi 30 pagati dal contribuente medio e non li destinate ai bambini che muoiono di fame?”. Per rispondere a questa domanda, devo spiegarle brevemente come funziona l’economia in questo paese. La situazione è inoltre molto simile in altri paesi. Il governo è costituito da una serie di ministeri (Interno, Giustizia, Salute, Educazione, Stato Sociale, Trasporti, Difesa, eccetera) e da alcuni uffici (National Science Foundation, National Aeronautics and Space Administration e altri). Tutti questi ogni anno preparano un budget sulla base degli incarichi che hanno ricevuto, e ognuno deve poi difendere il proprio budget dal meticoloso lavoro di controllo delle Commissioni del Congresso e dall’Ufficio che si occupa del budget nazionale e dalla presidenza. Quando i fondi sono infine destinati dal Congresso, li possono spendere solamente per le cose specificate nel bilancio.

Il budget della NASA, naturalmente, può essere organizzato solamente per la spesa di risorse legate direttamente all’aeronautica e allo spazio. Se questo budget non venisse approvato dal Congresso, i fondi proposti non utilizzati non diventerebbero disponibili per qualcos’altro; non sarebbero semplicemente prelevati dai contribuenti, salvo la destinazione di quei fondi per l’espansione del budget di un altro ufficio/ministero. Capirà da questa breve descrizione che il sostegno per i bambini affamati, o meglio un aumento dell’impegno profuso già dagli Stati Uniti per questa nobile causa nella forma di aiuti verso l’estero, può essere solo ottenuto se il ministero competente fa richiesta per una linea di credito a questo scopo, e solo se la richiesta viene poi approvata dal Congresso.

Ora lei potrebbe chiedermi se io sia a favore o meno di una mossa di questo tipo da parte del nostro governo. La mia risposta è un sì convinto. Difatti, non avrei alcun problema nel sapere che le mie tasse vengono aumentate di qualche dollaro allo scopo di sfamare i bambini affamati, ovunque si trovino. So che tutti i miei amici la pensano allo stesso modo. Tuttavia, non potremmo portare in vita un simile programma semplicemente rinunciando a fare progetti per i viaggi verso Marte. Al contrario, penso addirittura che lavorando al programma spaziale posso dare il mio contributo per alleviare e forse risolvere gravi problemi come la povertà e la fame sulla Terra. Alla base del problema della fame ci sono due fattori: la produzione di cibo e la distribuzione del cibo. La produzione del cibo attraverso l’agricoltura, l’allevamento, la pesca e altre operazioni su larga scala è efficiente in alcune parti del mondo, ma radicalmente disastrosa in molte altre parti.
Per esempio: le grandi aree di terreno potrebbero essere utilizzate molto meglio se venissero applicati sistemi più efficienti di irrigazione, di fertilizzazione, di previsione del tempo, di piantumazione, di selezione dei campi, di calcolo dei tempi per le coltivazioni e di pianificazione. Il miglior strumento per migliorare questi fattori è, indubbiamente, lo studio della Terra con satelliti artificiali. Orbitando intorno al pianeta, i satelliti possono monitorare grandi aree di terreno in poco tempo, possono osservare e misurare l’ampia serie di variabili che indicano lo stato e le condizioni dei campi, del suolo, delle precipitazioni eccetera, e possono inviare queste informazioni sulla Terra. Si stima che anche un piccolo sistema di satelliti con il giusto equipaggiamento possa far aumentare la produzione dei campi per molti miliardi di dollari. La distribuzione del cibo per chi ne ha bisogno è un problema totalmente diverso. La questione non è tanto legata alla possibilità di distribuire grandi volumi, bensì di cooperazione internazionale. Chi controlla un piccolo paese spesso non è a proprio agio con l’idea di ricevere grandi quantità di cibo inviate da una nazione più grande, semplicemente perché teme che insieme con il cibo arrivi anche una maggiore influenza dall’estero. Un efficiente sollievo dalla fame, temo, non arriverà fino a quando tutti i confini tra le nazioni non saranno diventati più labili di adesso.

Non penso che l’esplorazione spaziale porterà a questo miracolo dall’oggi al domani. Tuttavia, il programma spaziale è certamente uno dei più promettenti e potenti elementi che lavorano in questa direzione. Mi permetta di ricordarle la recente tragedia sfiorata dell’Apollo 13. Quando ci siamo avvicinati al momento cruciale del rientro dei nostri astronauti, l’Unione Sovietica ha interrotto tutte le comunicazioni radio russe sulle bande di frequenza usate dal Progetto Apollo per evitare possibili interferenze, e navi russe hanno stazionato nel Pacifico e nell’Atlantico nel caso fosse stata necessaria un’operazione di recupero di emergenza. Se la capsula che trasportava gli astronauti fosse ammarata vicino a una nave russa, i russi si sarebbero senza dubbio dati da fare al pari di quanto avrebbero fatto se ci fossero state in gioco le vite dei loro cosmonauti. Se i loro viaggiatori nello spazio un giorno si dovessero trovare in condizioni di emergenza simili, gli statunitensi farebbero senza alcun dubbio la stessa cosa. La maggiore produzione di cibo attraverso sistemi di monitoraggio in orbita, e una migliore distribuzione del cibo attraverso migliori relazioni internazionali, sono due esempi di come il programma spaziale possa influenzare la vita sulla Terra.

Vorrei ancora citarle due esempi: lo stimolo a ideare nuove tecnologie, e la creazione di conoscenza scientifica. Le necessità di alta precisione e affidabilità imposta per i componenti di una navicella spaziale per viaggiare verso la Luna sono state senza precedenti nella storia dell’ingegneria. Lo sviluppo di sistemi che raggiungano questi severi requisiti ci ha dato una grande opportunità per trovare nuovi materiali e metodi, per inventare migliori sistemi tecnologici, per realizzare nuove procedure, per allungare la vita delle strumentazioni, e anche per scoprire nuove leggi della natura. Tutte queste nuove conoscenze tecniche sono ora disponibili anche per applicazioni legate a tecnologie per la Terra. Ogni anno circa mille nuove innovazioni create dal programma spaziale trovano il loro impiego nelle tecnologie qui sulla Terra, e portano a migliori sistemi per la cucina, per le coltivazioni, a migliori navi e aeroplani, a migliori sistemi per le previsioni del tempo, a migliori comunicazioni, a migliori strumenti sanitari, a migliori utensili e strumenti che usiamo nella vita di tutti i giorni. Probabilmente lei ora si chiederà perché dobbiamo prima sviluppare un piccolo sistema di sostegno per la vita per far viaggiare sulla Luna i nostri astronauti, invece di poter costruire un sensore per monitorare il cuore dei pazienti. La risposta è semplice: i progressi significativi nella soluzione di problemi tecnici non sono spesso realizzati attraverso un approccio diretto, ma tramite obiettivi più grandi e ambiziosi che portano a una maggiore motivazione per l’innovazione, che spingono l’immaginazione oltre e fanno sì che gli uomini diano il loro meglio, e che innescano catene a reazione.

Il volo spaziale senza dubbio riveste questo ruolo. Il viaggio verso Marte non sarà certo una fonte diretta di cibo per sfamare gli affamati. Tuttavia, porterà a così tante nuove tecnologie e potenzialità che le ricadute da questo progetto da sole avranno un valore di molto superiore ai costi. Oltre alla necessità di nuove tecnologie, c’è la continua grande necessità di realizzare nuove scoperte scientifiche, se vogliamo migliorare le condizioni della vita umana sulla Terra. Abbiamo bisogno di più conoscenze nei campi della fisica, della chimica, della biologia, e soprattutto nella medicina per affrontare tutti quei problemi che minacciano l’esistenza della vita umana: la fame, le malattie, la contaminazione del cibo e delle acque, l’inquinamento e i cambiamenti ambientali. Abbiamo bisogno di più donne e uomini che scelgono di seguire una carriera scientifica e abbiamo bisogno di un migliore sistema di sostegno per quegli scienziati che dimostrano di avere il talento e la determinazione di impegnarsi in lavori di ricerca fruttuosi. Devono essere raggiungibili obiettivi di ricerca ambiziosi, e deve esserci sostegno a sufficienza per i progetti di ricerca. Di nuovo, il programma spaziale con le sue meravigliose opportunità legate alle ricerche sulle lune e i pianeti, sulla fisica e l’astronomia, sulla biologia e la medicina, è uno stimolo ideale per indurre quella reazione tra lavoro scientifico, opportunità di osservare fenomeni naturali, e il sostegno necessario per portare avanti la ricerca. Tra tutte le attività che sono dirette, controllate e finanziate dal governo statunitense, il programma spaziale è certamente l’attività più visibile e discussa, anche se consuma solamente l’1,6 per cento del budget nazionale e il 3 per mille del prodotto interno lordo nazionale. Come stimolo per lo sviluppo di nuove tecnologie e per la ricerca nelle scienze non ha altri pari. E per questo, potremmo anche dire che il programma spaziale si sta facendo carico di una funzione assunta per tre o quattro millenni dalla guerra. Quanta sofferenza umana potrebbe essere evitata dalle nazioni, se invece di competere con il lancio di bombe dagli aeroplani e dai razzi ci fosse una competizione per viaggiare verso la Luna! Questa competizione promette grandi vittorie, ma non lascia spazio all’amara sconfitta che porta a nient’altro che alla vendetta e a nuove guerre. Anche se il nostro programma spaziale sembra portarci via dalla Terra verso la Luna, il Sole, i pianeti e le altre stelle, penso che nessuno di questi corpi celesti troverà la stessa attenzione dedicata dagli scienziati dello spazio verso la Terra. Avremo una Terra migliore, non solo grazie a tutte le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche che potremo applicare per migliorare la vita, ma anche perché iniziamo ad apprezzare meglio il nostro pianeta, la vita e l’uomo.


 La fotografia che allego a questa lettera mostra una vista della Terra realizzata dall’Apollo 8 quando era in orbita intorno alla Luna nel Natale del 1968. Di tutti i meravigliosi risultati raggiunti fino a ora dal programma spaziale, questa foto forse è la cosa più importante. Ci ha aperto gli occhi sul fatto che la nostra Terra è una bellissima e preziosa isola sospesa nel vuoto, e che non c’è altro posto per noi in cui vivere se non il sottile strato di superficie del nostro Pianeta, circondato dal nulla scuro dello spazio. Mai così tante persone si erano accorte prima quanto sia limitata la nostra Terra, e quanto sarebbe pericoloso alterare il suo equilibrio ecologico. Da quando questa foto è stata pubblicata, in molti si sono fatti sentire per raccontare i problemi e le sfide per l’uomo di questi tempi: l’inquinamento, la fame, la povertà, la vita nelle città, la produzione di cibo, il controllo delle acque, la sovrappopolazione. Non è sicuramente successo per caso se abbiamo iniziato a renderci conto di queste enormi sfide nel momento in cui l’era spaziale ai suoi primordi ci ha mostrato come appare il nostro Pianeta. Fortunatamente, l’era spaziale non è solamente uno specchio per vedere noi stessi, è anche una risorsa che ci dà le tecnologie, la motivazione e anche l’ottimismo per affrontare questi problemi con fiducia. Ciò che impariamo dal nostro programma spaziale, penso, segue pienamente ciò che aveva in mente Albert Schweitzer quando disse: “Guardo al futuro con preoccupazione, ma con buona speranza”. I miei migliori auguri per lei e per i suoi bambini, sempre.

Con viva cordialità,

Ernst Stuhlinger

sabato 4 luglio 2015

Le parole di una greca

IO: "Ma allora com'è la situazione in Grecia realmente?"
LEI: "Mah che ti devo dire ... Banche chiuse, pensioni non pagate (hanno dato 120 euro a testa e tanti saluti, tornate la settimana prossima forse), c'è qualche problema negli approvvigionamenti di benzina e medicine nonché nei supermercati; qua il trasporto è quasi totalmente su autobus e si comincia ad avere anche lì qualche problema, sono state annullate già diverse corse; anche nel turismo si comincia a sentire il peso della situazione: gli albergatori vogliono essere pagati in contanti e non tutti gli operatori turistici accettano e c'è già stato un buon 10% di rinunce. Questo per quanto riguarda la vita di tutti i giorni.
Da parte sua il governo ha garantito trasporti cittadini gratuiti (ma solo poche città hanno il trasporto pubblico urbano), avevano garantito anche che non c'erano problemi per l'approvvigionamento delle medicine, ma molti depositi hanno già chiuso e quelli aperti vogliono pagamento in contanti, cosa che con le banche chiuse non tutte le farmacie possono fare: aveva garantito anche che le banche non sarebbero chiuse e continuano a berciare che non ci sono problemi di liquidità
Quindi io che sono notoriamente falsa e prevenuta mi chiedo perchè se non c'è problema di liquidità le banche sono chiuse? E perché le pensioni sono state pagate solo in minima parte? E perché si possono prelevare non più di 60 euro per conto al giorno? Le storie della propaganda per il si sono stronzate, grandissime stronzate! Il governo con tutti i suoi membri e affiliati ci bombarda per il NO dalla mattina alla sera, così come le opposizioni fanno per il SI! intanto oggi Tsipras è andato a rassicurare le forze armate che mai e poi mai il governo Syriza-ANEL approverà tagli ai capitali stanziati per le forze armate, il che mi puzza di tirare le FA dalla propria parte per paura di un colpo di stato.
Stefano, quando dico che noi popolo greco abbiamo perso intendo proprio questo: il governo ha volontariamente creato una frattura nella popolazione, ha scaraventato noi popolo nel burrone dando la colpa ai tedeschi perchè non sono capaci nemmeno di prendersi le proprie responsabilità. Sai su che cifra si è arenata la trattativa? 60 milioni su un debito di svariate decine di miliardi! Il governo aveva proposto una manovra da 0.93 punti contro 1 punto degli europei. Io conosco persone di Syriza che da sempre dicono che si deve tornare alla dracma: ecco, alla prima occasione Tsipras ci sta provando, ovviamente dando la colpa agli altri e lavandosene le mani con un bel referendum indetto 3 giorni prima della scadenza concordata precedentemente.
Ma lo sai che qualche mese fa il governo ha prosciugato le casse degli enti locali per pagare la rata di marzo, lasciando a secco comuni province e regioni? A secco! Hanno detto papale papale o ci versate tutti i soldi che avete in cassa o facciamo un prelievo forzato. Con queste premesse vince il no all'euro a mani basse."
IO: "E le riforme?"
LEI: "Non è vero che era stato chiesto un taglio alle pensioni minime: era stato chiesto un taglio alle pensioni aggiuntive e una riforma del sistema pensionistico come non sono state fatte le privatizzazioni nè la caccia agli evasori fiscali: adesso semplicemente non le hanno pagate le pensioni perchè non hanno soldi, checchè dicano che non c'è problema di liquidità.A me fa male vedere certi commenti in giro perchè non ci aiutano affatto, e non dico parlare del si o del no, ma spargere balle a piene mani o dire irresponsabilmente votate no, fateglielo vedere ai tedeschi e all'Europa capitalista! Queste persone dimenticano di aggiungere che il debito comunque rimane e con che moneta si dovrà pagare? Comunque sia, niente sarà più come una settimana fa e ci vorranno anni per uscire da questa merda."
IO: "Hai mai pensato di tornare in Italia?"
LEI: "Non è possibile, mio marito ha 59 anni e fa il chirurgo, chi lo assume oggi? Forse i miei ragazzi se ne andranno, uno ha già detto che vuole andare in Svezia ... vedremo.
Ti ringrazio che mi hai permesso di dire il mio punto di vista, o meglio il mio "punto di vita".
Sai quella sensazione che hai quando è successa una disgrazia (si lo sai) e ti svegli e rimani un attimo così finchè realizzi che non era un incubo? ecco, così è. Duro. Molto duro."
IO: "Se mi permetti vorrei condividere questa discussione, ovviamente senza nome."
LEI: "prendi pure i brani che credi, non c'è problema, ma so per certo che sarà difficile che ci credano."

lunedì 22 giugno 2015

Sfatiamo il mito del fattore Rh negativo alieno



Oggi parliamo di fattore Rh negativo.

Prima un poco di informazione sulla materia.
Il fattore Rh (o fattore Rhesus, dalla specie di primati Macaco Rhesus), si riferisce alla presenza di un antigene, in questo caso una proteina chiamata determinante antigenico D, che si trova sulla superficie dei globuli rossi o eritrociti e che è presente nell’85% della popolazione umana (circa il 40% nella popolazione europea). Gli studi scientifici suggeriscono che il fattore Rh negativo sia comparso sul pianeta circa 35.000 anni fa all’interno di alcune aree geografiche molto circoscritte come la Spagna settentrionale, la Francia meridionale, i Paesi Baschi e la regionale orientale ebraica. Solo il 3% degli africani e circa l’1% degli asiatici e dei nativi americani è Rh-. Il gruppo culturale con i più elevati tassi di sangue Rh- è quello dei berberi del Marocco mentre la più alta concentrazione di Rh- si trovi nell’attuale Iraq.
È un carattere ereditario e si trasmette come autosomico dominante (cioè una forma di trasmissione di un carattere da un individuo a un altro dove prevale un fenotipo su altri analoghi) e se una persona possiede questo fattore si dice che il suo gruppo è Rh positivo (Rh+), se invece i suoi globuli rossi non lo presentano, il suo gruppo sanguigno viene definito Rh negativo (Rh-). Il fattore Rh negativo è recessivo e quindi presente solo in individui omozigoti per quel carattere, quindi solo in individui figli di genitori entrambi Rh negativi o eterozigoti per il fattore Rh.
Il sistema Rh è importante per la compatibilità delle trasfusioni sanguigne, anche se (a differenza degli antigeni del sistema AB0) gli anticorpi anti-Rh vengono prodotti dopo una prima trasfusione con sangue Rh+, in quanto l’antigene non è presente nell’ambiente. Un individuo omozigote per il fattore Rh negativo può ricevere trasfusioni di sangue solo da un altro omozigote Rh negativo, ma può essere donatore anche per omozigoti ed eterozigoti Rh positivi.

Come si trasmette il fattore Rh da madre a figlio? Ecco uno schema esaustivo:

Dallo schema si evince come il fattore Rh negativo sia presente nella popolazione solo nel caso in cui siano presenti almeno tre fattori genetici recessivi tra padre e madre con una probabilità del 50% di nascita di un figlio con tale espressione genetica: cominciamo quindi a sfatare il mito secondo il quale una madre con fattore Rh negativo non possa partorire un figlio con fattore Rh positivo per “incompatibilità”.

Analizziamo il secondo punto della questione: il fattore Rh negativo viene da un sangue alieno. Gli articoli in rete parlano di molte storie presenti nei testi cristiani e pre-cristiani che narrano di una stirpe giunta dal cielo che avrebbe creato l’uomo a propria immagine. Erano maestri di aviazione, di metallurgia, di astronomia, di medicina e di genetica. Conoscevano l’energia atomica, le tecniche dell’agricoltura e sapevano come creare cereali più nutrienti e derivati alimentari. I testi antichi narrano che un giorno queste creature iniziarono ad accoppiarsi con gli esseri umani. La Bibbia dice che gli dei guardarono le donne e le trovarono piacevoli per gli occhi, e quindi le presero in mogli, e concepirono figli, molti figli. Tuttavia non tutti gli esseri umani sarebbero stati il risultato di questo tipo di incroci. Solo piccole porzioni della umanità discenderebbero da queste linee di sangue, e la riprova di ciò potrebbe risiedere proprio nel loro diverso gruppo sanguigno. Questo incrocio in larga parte non avrebbe prodotto inconvenienti dal punto di vista della riproduzione, ad eccezione di una linea di sangue che sviluppò il fattore RH-negativo, che cioè non ereditò la proteina ematica connessa agli antenati scimmieschi.”
Allora, partendo dal presupposto che non mi risulta che la Bibbia sia un testo scientifico, un individuo con fattore Rh negativo semplicemente non possiede il pezzo di DNA che codifica l’espressione di questo antigene sulla superficie dei globuli rossi. Gli articoli di controinformazione parlano di manipolazione genetica degli alieni o del sangue di esseri evoluti approdati sulla terra qualche migliaio di anni fa che ha portato ad un gruppo sanguigno alieno, e prendono ad esempio i muli, nati da un ibrido tra asini e cavalli, spiegando come questo fattore venga da un incrocio “innaturale” che avrebbe potuto subire anche l’essere umano millenni fa. Trovo alquanto irreale l’idea che il fattore Rh negativo derivi da un nostro antico ed alieno antenato, sono molto più propenso a pensare ad una semplice mutazione genetica avvenuta migliaia di anni fa. Quindi alla domanda “Se tutta l’umanità si e evoluta dallo stesso antenato ed il suo sangue risulta compatibile, da dove provengono gli Rh negativo? Se non sono i discendenti di un uomo preistorico, potrebbero essere discendenti degli antichi?” io rispondo “Certo, discendenti degli antichi esseri umani che hanno avuto una mutazione a livello cromosomico”. Non pensiate che l’uomo non muti il suo DNA, molti recenti studi dimostrano che siamo ancora in evoluzione e che forse arriveremo ad una nuova specie umana (forse il cosiddetto “Homo Super Sapiens”). Non è vero che l’assenza del fattore Rh positivo nel sangue indica che non ci sia correlazione tra l’uomo e la scimmia.

Terzo punto: “Allora perché esiste la malattia emolitica negli infanti se tutti gli umani sono della stessa specie?”. La malattia emolitica è la reazione allergica che avviene quando una madre  Rh negativo porta in grembo un bambino Rh positivo. Nell’ultimo mese vi è un passaggio di anticorpi, utili per il nascituro, dal sangue della madre a quello del feto, ma gli anticorpi prodotti contro il fattore Rh possono essere dannosi. Se una donna Rh negativa (Rh-) alla prima gravidanza partorisce un bambino Rh positivo (Rh+) è probabile che i globuli rossi del feto con l'antigene Rh entrino nel circolo sanguigno materno; il corpo della madre reagisce producendo anticorpi contro l'antigene estraneo che rimarranno presenti nel suo sangue. Questa reazione rientra nella tipologia delle reazioni di ipersensibilità. In caso di una seconda gravidanza, gli anticorpi prodotti possono essere trasferiti nel sangue del feto, e nel caso esso sia Rh+ tali anticorpi attaccheranno i globuli rossi fetali distruggendoli. Tale reazione può essere mortale prima o dopo la nascita o portare gravi problemi al sistema nervoso del nascituro e oggi questi pericoli sono arginati attraverso exanguinotrasfusione e iniettando alla madre Rh-, entro 72 ore dal primo parto, anticorpi specifici che bloccano l'antigene Rh. Questo processo deve essere ripetuto con ogni gravidanza successiva alla prima esposizione della madre all'antigene Rh. Si parla di anticorpi utili al nascituro, non prodotti dalla madre “per distruggere una sostanza aliena (allo stesso modo di un virus) quindi distruggendo l’infante”. Nessuna specie in Natura cerca di distruggere il proprio nascituro. 

Tralascio le domande “Se siamo una mutazione, che cosa causò la mutazione? Perché viene trasmessa con la stessa esatta caratteristica? Perché rifiuta così violentemente il fattore Rh, se apparteneva ai nostri antenati? Chi era questo antenato?” e le descrizioni dei soggetti con Rh negativo (“senso di non appartenenza, tendenza a ricercare la verità, senso di dovere compiere una “missione” nella vita, amore per lo spazio e la scienza, sguardo profondo, non possono essere clonati, hanno un QI più alto della media, hanno per lo più capelli rossi o biondi con occhi verdi e capelli neri con occhi castani ed anche azzurri, soffrono di bassa pressione sanguigna e disturbi epatici, hanno visioni o udito acuti, posseggono abilità psichiche, hanno una vertebra o costola in più, vivono esperienze paranormali e sogni psichici, hanno la capacità di disturbare i dispositivi elettrici e mostrano cicatrici corporee sconosciute”) che sembrano partorite da una puntata di Voyager.

Vi lascio con il consiglio che danno in rete ai possessori di fattore Rh-: “Se scopriste di possedere il fattore Rh- evitate di diffondere la notizia e non correte ad iscrivervi presso gli appositi registri.” E’ talmente idiota che non lo commento nemmeno.

martedì 19 maggio 2015

"Una voce poco fa": Bohemian Rhapsody

Oggi inauguro una nuova rubrica aperiodica sul mondo delle cover, ed ho deciso di chiamarla "Una voce poco fa", perchè effettivamente a volte una voce fa davvero poco.

A battesimo di questa rubrica partiamo da un grandissimo successo degli anni Settanta diventato famosissimo nel corso del tempo e cantato da fior fior di gruppi, ovvero "Bohemian Rhapsody" dei Queen.
La canzone fu scritta da Freddie Mercury per il quarto album studio del gruppo, "A Night at the Opera" del 1975, ed è molto famosa per la sua struttura musicale, molto particolare; quando fu scelta come singolo ottenne subito un enorme successo, rimanendo al vertice della UK Singles Chart per ben nove settimane e arrivando a vendere più di un milione di copie nel gennaio del 1976. Raggiunse nuovamente la prima posizione verso la fine del 1991, dopo la morte di Freddie Mercury, restandovi stavolta per cinque settimane. E' il terzo singolo più venduto di sempre nel Regno Unito.
Queen - "Bohemian Rhapsody" - Artwork
Ascoltiamo innanzitutto, come al solito, la versione originale.


Dopo la versione originale, ascoltiamo la prima cover, ovvero la versione che ne hanno fatto i The Braids, un gruppo hip-hop composto da due ragazze. Personalmente non mi piace molto, ma ha avuto un discreto successo.


La seconda cover che andiamo ad ascoltare è quella della cantante cinese Wang Fei, che ha cantato il brano durante una sua tournèe come unica canzone in inglese, rimanendo abbastanza fedele all'originale, grazie anche all'orchestra che la supporta.


La terza cover appartiene invece al cantante inglese Newton Faulkner, che armato solo della sua voce e della sua chitarra, ci delizia con un momento di piccola magia dal vivo.






La quarta cover che ascolteremo è davvero particolare, perchè fatta da un gruppo austriaco, i Mnozil Brass, armati solo di voce e di sette ottoni: il risultato sfiora il genio.


Come quinto brano ho scelto la versione spassosissima e coloratissima dei The Muppets, famosissimi pupazzi di un famosissimo show televisivo, da tempo alle prese con cover musicali. E anche stavolta non deludono.



Per chiudere in bellezza, ho deciso di scomodare due mostri sacri come Elton John e Axl Rose, che hanno cantato insieme ai rimanenti Queen questa canzone al Freddie Mercury Tribute concert al Wembley Stadium nel 2009. Buon ascolto.


Anche per questa puntata abbiamo finito. Non vi resta che segnalarci le cover che vi sono piaciute di più (e quali di meno) e a me non resta che augurarvi un arrivederci alla prossima puntata di "Una voce poco fa", il viaggio nel fantastico mondo delle cover, sperando che sia un lungo viaggio per voi e per me. :)

domenica 25 gennaio 2015

Dj, dj... ci fai o ci sei?

Da qualche anno, grazie anche alla presenza sulla scena musicale di personaggi e gruppi come i Daft Punk, David Guetta, Armin Van Buuren e tanti altri, è rinato l’annosa questione sul fatto se la musica prodotta da un dj sia davvero musica o meno.
E’ uno scontro in cui si trovano due fazioni ben distinte e separate: da un lato chi sostiene che la “musica vera” sia quella suonata con uno strumento e chi sostiene che invece un mixer e un computer possono generare anch’essi musica, magari prendendo a prestito qualche riff o qualche spezzone di qualche brano famoso e manipolandolo a dovere.
Da parte mia, credo sia una lotta che non troverà mai una sua soluzione: le concezioni di cosa sia la musica in entrambi gli schieramenti sono così distinte e così radicalmente e diametralmente opposte che non vedo molti punti di contatto per intavolare una discussione o un dibattito sulla cosa.
Questo argomento è oltremodo foraggiato ogni volta da nuove uscite musicali che mettono a dura prova i nervi dei “puristi” e che invece deliziano le orecchie dei “miscelatori”. E così, nel corso del tempo, artisti come gli Air, Cassius, Dimitri from Paris, David Guetta (solo per citare alcuni dj della scena francese), Daft Punk, Deadmau5, Zuma, Avicii, Armand Van Helden hanno trovato fette di pubblico sempre maggiore da sconvolgere e far ballare al ritmo di beat spinti al massimo, di suoni miscelati e di vocalist fenomenali (cito solo Usher, Chris Brown e Sia tra gli ultimi).
Daft Punk | © Frazer Harrison/Getty Images
Daft Punk | © Frazer Harrison/Getty Images
La musica elettronica ormai è arrivata al suo periodo di massima fioritura grazie sia al lavoro di molti suoi “aficionados” che a fenomeni mediatici e sociali che utilizzano questa come colonna sonora (mi viene in mente per esempio la Pirelli che ha usato il singolo dei Breakbot “Fantasy” per organizzare un flashmob in pieno centro). Non mancano anche le grandi kermesse musicali tra cui spicca Wonderland, festival musicale lungo tre giorni in quel di Antwerp in Belgio che ogni anno presenta in cartellone il meglio della musica elettronica in una atmosfera a dir poco magica.
E quindi chi ha ragione? Chi ha torto? Quale è davvero quella tra le due che può fregiarsi del titolo di musica vera e propria?
Dal mio punto di vista, questa è la classica discussione fuffa: la musica elettronica è un genere musicale e come tale può piacere e non piacere. Tutto si riduce ad una questione di gusti, insomma, senza nessuna divisione ostracizzante e senza nessuna guerra ideologica. Ma so che non sono uno con una idea molto condivisa della cosa. Il problema, anzi il punto focale della discussione per me è tutto quanto basato su cosa uno si aspetta da una canzone: c’è chi vuole cantarla, chi vuole suonarla, chi vuole viverla, chi vuole capirla.
A me onestamente basta provare emozioni quando ascolto un brano. Se siano emozioni acustiche o digitali non mi interessa. Che sia “Neon” di John Mayer o “Don’t you worry child” degli Swedish House Mafia, “Writing to reach you” dei Travis o “Raise your weapons” di Deadmau5 i miei sentimenti non sono razzisti. Sono semplicemente quello che sono. E per questo si lasciano trasportare da qualunque canzone che ascoltano e che tocca in qualche modo l’animo. Che piaccia o no.